CARNIA- Riparte il “Progetto Qualima”

Proseguiranno fino alla fine del 2006 le attività del progetto QUALIMA – acronimo inglese che significa Qualità della Vita in Montagna – che, dalla fine del 2004, ha fornito servizi sociosanitari innovativi e di telemedicina in Carnia a favore della popolazione anziana. La Regione, infatti, ha destinato, con una variazione di bilancio, – come preannunciato dall’assessore regionale Enzo Marsilio nel corso della conferenza di presentazione dei risultati del progetto – 100mila euro alla Comunità montana della Carnia, che coordinerà le attività di QUALIMA. A sancire ufficialmente la ripresa delle attività sperimentali socio-sanitarie è stata una riunione che ha visto la partecipazione, presso il Municipio di Ovaro, dell’assessore Marsilio, dei responsabili di Tesan-Televita, la società che gestisce il servizio in regione e dei vertici della Comunità montana della Carnia, oltre ai sindaci dei Comuni coinvolti (Comeglians, Forni Avoltri, Lauco, Ovaro, Prato Carnico, Raveo e Rigolato) ai rappresentanti dell’Azienda per i Servizi Sanitari n.3 Alto Friuli e ai medici di base dei territori interessati. “L’iniziativa – ha indicato Lino Not, presidente della Comunità montana della Carnia – si è dimostrata di grande utilità, soprattutto per la popolazione anziana che vive nei paesi più decentrati e siamo soddisfatti del fatto che i servizi sociosanitari e di telemedicina, che sono stati possibili anche grazie alla positiva collaborazione delle amministrazioni comunali, dei medici di famiglia e di numerosi volontari, potranno essere erogati fino alla fine del 2006 e contiamo, anzi, di poter proseguire anche nel 2007”. Sono stati circa 7.000, infatti, i residenti in Carnia (di cui 1.700 sopra i 65 anni e 150 anziani a rischio sanitario) ad usufruire dei servizi attivati dal progetto QUALIMA e coordinati dal Punto Salute di Ovaro; fra questi l’attivazione, 24 ore su 24, del numero verde 800 422800, la realizzazione di un servizio mirato di ascolto con telefonate quotidiane o settimanali effettuate a 88 anziani e il costante monitoraggio personalizzato dei pazienti più a rischio. 17 persone, inoltre, hanno potuto indossare dei particolari “bracciali della salute”, in grado di registrare i dati sui parametri vitali, poi trasmessi ai medici. “Intendiamo proseguire, in questo periodo – ha evidenziato Not – con l’erogazione di questi servizi, compreso quello di trasporto, destinato alle persone con scarsa autosufficienza, per la realizzazione di esami, controlli medici e terapie, mentre sarà a disposizione del personale sanitario anche un elettrocardiografo portatile, capace di realizzare i tracciati ecg, poi trasmessi telefonicamente al reparto di cardiologia dell’ospedale di Tolmezzo. Si tratta di servizi in grado di migliorare concretamente la qualità della vita delle persone, soprattutto anziane o malate, che vivono in montagna”.