30° SISMA- Ieri a Susans serata dedicata ai sindaci

Il momento del ricordo e
del ringraziamento.

“Del ricordo delle vittime del sisma del 1976 in Friuli, ma anche
di quelle che continuano ad esserci in un Paese fisicamente
‘fragile’ come l’Italia” e di quelle – come i due alpini caduti
in Afghanistan – impegnate nel mondo a ristabilire una pace
definitiva e migliori condizioni di vita per le popolazioni
locali. E del ringraziamento, a chi intervenne trent’anni fa e
negli anni successivi, nei mesi dell’emergenza e nell’opera di
ricostruzione.

Ma questo ringraziamento, ha sottolineato al castello di Susans
il presidente della regione Riccardo Illy nel corso della serata
dedicata ai sindaci dei Comuni del Friuli Venezia Giulia, veri
artefici della rinascita del Friuli terremotato, “va soprattutto
ai friulani, alla loro tenacia, al loro coraggio ed alla loro
volontà”, senza le quali la ricostruzione non sarebbe stata tanto
rapida e completa.

Ma queste giornate dedicate all’anniversario della tragedia che
colpì il Friuli la sera del 6 maggio 1976 ed alla nascita del
sistema di Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia sono anche
“il momento degli insegnamenti”, ha osservato il presidente Illy.

Proprio perché il terremoto del Friuli inaugurò e segnalò
l’esigenza in caso di calamità naturale di un modello
organizzativo di gestione decentrata, “l’unico – ha affermato
Illy – che può funzionare veramente”, e di un modello della
prevenzione, perché esso solo è in grado di ridurre danni e
vittime, di garantire un futuro di sicurezza e di sviluppo alle
comunità locali.

Dal canto suo il vicepresidente della Regione ed assessore alla
Protezione Civile Gianfranco Moretton, nel suo intervento di
apertura, aveva rilevato proprio il ruolo dei sindaci
(“straordinarie figure istituzionali”) nelle attività di
ricostruzione, che affiancarono l’allora presidente della Regione
Antonio Comelli ed il commissario straordinario Giuseppe
Zamberletti, “uomini lungimiranti e coraggiosi”, nonché il valore
e l’impegno di tutti coloro – Governo nazionale, Parlamento,
organi dello Stato, enti ed organizzazioni – che concorsero
all’opera di intervento nell’emergenza e nella rinascita del
Friuli, ad iniziare dagli alpini e dall’ANA, “maestri ed
insegnanti della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia”.

Mentre il sottosegretario all’Economia Manlio Contento ha quindi
sottolineato come fondamentale fu in quell’occasione l’aiuto
nazionale a cui corrispose la volontà e la capacità di tutto il
Friuli, il commissario Zamberletti ed il vice responsabile
nazionale della Protezione Civile Vincenzo Spaziante hanno
rimarcato come in Friuli Venezia Giulia di fatto nacque la
Protezione Civile nazionale, “poiché qui si dimostrò – ha
indicato Zamberletti – che il sistema poteva incardinarsi dal
‘basso’, dal territorio e dai suoi rappresentanti”.