AVASINIS- Ricordato l’eccidio del 2 maggio 1945

Non un mantenere
viva la memoria in maniera generica, ma ricordare costantemente
quali siano i presupposti su cui si reggono la nostra libertà e
democrazia e quanto sia costato conquistarle e mantenerle: un
compito messo nelle mani di ciascuno di noi e a cui tutti siamo
chiamati a dar seguito.

Così il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini alla
cerimonia che ad Avasinis ha ricordato l’eccidio nazifascista
compiuto il 2 maggio di 61 anni fa, a Liberazione avvenuta, in
cui fu spezzata la vita di 51 persone, soprattutto donne e
bambini; una strage inutile e per questo ancora più barbara – ha
insistito Tesini ricordando anche quella che, nello stesso
giorno, fu poi perpetrata a Ovaro e sottolineando che ritornare
ogni anno in questo luogo è un mesto pellegrinaggio, un omaggio
doveroso ma al tempo stesso l’assunzione di un forte impegno per
continuare la riflessione e la ricerca prodotta in tanti anni,
con prezioso lavoro, da tanti storici locali, dalle associazioni,
dagli Istituti, per offrire ai giovani un’opera meticolosa di
ricostruzione dei fatti e le chiavi di lettura per una conoscenza
condivisa.

L’approfondimento sui fatti di Avasinis – al centro di indagini
della procura militare di Padova e della magistratura tedesca che
stanno per essere archiviate – deve continuare, secondo il
sindaco Ivo Del Negro, se non sul piano giudiziario almeno su
quello storico. Una elaborazione che non si deve fermare, per il
presidente del Consiglio, proprio per avvalorare quella
comprensione su cui si regge una comunità civile, insieme alla
solidarietà, alla tolleranza e alla valorizzazione delle
diversità altrui che, poi, sono i valori che vogliamo esportare.

Al sacrifico della gente di Avasinis è stato reso omaggio con la
consegna della Medaglia d’Argento al merito civile voluta dal
presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e apposta sul
gonfalone del comune di Trasaghis dal prefetto di Udine Camillo
Andreana. Una decisione che chiude un debito con queste
popolazioni, con un gesto tardivo ma che rappresenta la nazione,
così come – ha detto ancora Tesini – anche noi con la nazione
siamo idealmente a Roma a rendere omaggio alle salme dei militari
caduti a Nassiriya, in una missione che ha finalità nobili e che
continua a costare vittime. Per questo è importante che il Paese
si stringa attorno ai familiari delle vittime e ai corpi militari
cui esse appartenevano, rinviando ad altri momenti la riflessione
su come dar seguito al sostegno di quel Paese, senza che altre
vittime debbano cadere.