AVASINIS- Commemorato l’eccidio nazista del 2 maggio 1945

Ricordare è una grande
responsabilità, non solo verso i protagonisti e i testimoni, ma
soprattutto vero le nuove generazioni, i giovani e bambini della
scuola, per trasmettere loro, con le parole giuste, la nostra
esperienza affinché ne facciano tesoro.

Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini,
intervenendo alla celebrazione del 60° anniversario dell’eccidio
nazista di Avasinis, perpetrato il 2 maggio 1945, quando ormai in
gran parte dell’Italia era stata festeggiata la Liberazione, e
di cui furono vittime 51 persone, specialmente donne, bambini,
anziani, ha insistito proprio sull’importanza della
testimonianza.

Una testimonianza che nel corso della cerimonia – dopo le parole
del sindaco Ivo Del Negro, che ha ricordato che la comunità di
Avasinis ha ricevuto la medaglia d’oro al valore civile – è stata
resa viva dalla lettura di alcuni brani del racconto della
pordenonese Paola D’Agaro, la cui madre è di Avasinis : “Requiem
per i morti del 2 maggio” – questo il titolo – ricostruisce la
tragedia di sessant’anni fa vista attraverso gli occhi dei
bambini del paese.

Un anniversario che nel passare degli anni non perde in mestizia,
ma acquista in consapevolezza civile, ha detto Tesini indicando
nella conoscenza il fondamento per far crescere consapevolezza e
discernimento.

Al vantaggio, rispetto alle passate generazioni, di una
informazione straordinariamente ricca e veloce, per i giovani
oggi, davanti a guerre e conflitti visti praticamente in diretta,
c’è il rischio dell’assuefazione, di finire con il considerare
normale ciò che tale non è. Abbiamo detto no ai conflitti seguiti
alle guerre mondiali, che raggiunsero gli apici dell’aberrazione,
e purtroppo è stato un no disatteso, ha affermato Tesini: quando
la guerra raggiunge certi livelli, quando la logica della
violenza e della vendetta alimenta una spirale perversa non ci
sono limiti alle cose di cui l’uomo si rende capace. Per questo
occorre dire no alla guerra, senza distinzioni – ha aggiunto
Tesini indicando la linea di continuità tra la cerimonia
religiosa, con la celebrazione della messa nella chiesa di
Avasinis, e la commemorazione civile presso il vicino monumento.

La lettura evangelica aveva riproposto la parabola che invita a
porgere l’altra guancia. Davanti al monumento si è ribadita
l’attesa della giustizia dei processi.

Non c’è contraddizione tra i due momenti, tra il ripudio totale
della violenza e la ricerca di una giustizia lineare, non di
ritorsione, quale quella dei tribunali – ha concluso Tesini: è
rispetto per chi è venuto dopo, perché sappia che tutto ciò non è
avvenuto invano.