AMPEZZO- Un sito per la resistenza

In occasione del 60° anniversario della Liberazione dal nazifascismo è stato creato il sito www.carnialibera1944.it, collegato all’iniziativa museale “Carnia Libera 1944” realizzata ad Ampezzo, nel Palazzo Unfer, già sede della Giunta di governo della Zona Libera.
Il sito raccoglie un gran numero di testimonianze, immagini e documenti della straordinaria esperienza compiuta in Carnia durante l’occupazione tedesca e cosacca: la più grande Zona Libera, o Repubblica Partigiana, d’Italia, in cui fra l’altro le donne poterono votare per la prima volta. Una terra che insieme al resto del Friuli – Venezia Giulia fu annessa al Reich, con il servile assenso dei collaborazionisti fascisti
La Resistenza non fu un idilliaco incontrarsi di culture diverse, e non mancarono i contrasti tra le varie correnti politiche, ma il suo insegnamento più grande fu proprio l’essere riusciti in buona misura a superare tali ostacoli e a costruire un movimento di popolo verso la libertà e il rinnovamento morale e civile. Ciò fu reso possibile dallo spirito unitario delle diverse formazioni partigiane friulane, cioè la Garibaldi e l’Osoppo, che facevano riferimento rispettivamente ai comunisti e socialisti, e ai democristiani, azionisti e liberali.
Il sito (che include fra l’altro anche la guida al museo, bibliografie, canti partigiani, link) vuole appunto offrire la possibilità di conoscere una delle pagine più significative della Resistenza, proprio nei giorni in cui si vuole stravolgere la Costituzione, i repubblichini ricevono riconoscimenti (a quando la cittadinanza onoraria di Trieste ai nazifascisti che la difesero dalle “orde slave”?) e i partigiani della Garibaldi vengono definiti “infoibatori, bolscevichi assetati di sangue”.
Perché aveva senz’altro ragione il poeta carnico Leo Zanier, che scriveva amaramente che troppo spesso i partigiani sono ricordati come coloro che “…han robât copât…” , rubato, ucciso.