RESIA- Da domani i festeggiamenti per il carnevale

Un Carnevale spontaneo, che si svolge da secoli seguendo i medesimi riti e vede coinvolta tutta la popolazione: in Val Resia si danza incessantemente al suono di antichi strumenti durante i 7 giorni della festa più trasgressiva dell’anno. In questa vallata vive una comunità di antiche origini slave, che ha mantenuto intatte nei secoli lingua, cultura, tradizioni, che hanno nel Carnevale (Pust in resiano) uno dei momenti più significativi. Cuore dei festeggiamenti, nei quali sono coinvolti tutti i piccoli borghi della valle, è il paese di San Giorgio/Bila. Il Carnevale prende il via il 3 febbraio, giovedì grasso (Jojba Grasa) e prosegue la domenica con un grande ballo di piazza (Püstawa nadëja), il lunedì con il Carnevale di Mezzo (Te Sridnji Püst), il martedì con il Grande Carnevale (Te Vilïki Püst) e si conclude il mercoledì delle ceneri (Te din na pëpël – Te din na Pëpalnico).

L’elemento fondamentale del Carnevale è rappresentato dalla resiana, antichissima danza eseguita al suono della cïtira, sorta di violino, e della bünkula, sorta di violoncello, strumenti unici e originali di questa vallata. I balli, su musiche molto ritmate, si protraggono per ore e ore nelle osterie e, tempo permettendo, anche all’aperto. In particolare la domenica la piazza di San Giorgio si anima di danze, maschere e musica. Sempre nello stesso luogo il Carnevale si conclude, il mercoledì delle Ceneri, con il rogo del fantoccio, simbolo di tutte le malefatte e le sfortune capitate alla comunità nell’anno appena trascorso: un rito scaramantico e benaugurale, che segna il passaggio dal vecchio al nuovo anno e la rinascita delle terra dopo la morte apparente dell’inverno.

Del tutto particolari anche i costumi, il cui colore predominante è il bianco: Te lipe bile maškire, le belle maschere bianche, e i babaci/kukaci, le maschere brutte. Accanto a queste, in tempi recenti, si sono aggiunte quelle più moderne e, il mercoledì delle Ceneri, quelle rappresentanti il clero o altre personalità. Te lipe bile maškire indossano gonne e camice bianche ornate da merletti e nastri colorati, scarpe e delle calze chiare e in mano possono avere fazzoletti e campanelli che suonano durante il ballo. Come copricapo, un alto cappello adorno di fiori di carta colorata e piccoli sonagli.

Generalmente sono le donne che si vestono così e, in passato, dovevano essere solo quelle giovani e non ancora sposate. Anche gli uomini (maškarun) portano le gonne: a differenziarli dalle donne, solo il cappello, più basso rispetto a quello femminile. I costumi dei babaci/kukaci (che di solito hanno il viso sporco di fuliggine o coperto da una semplice maschera) sono molto più semplici: basta infatti camuffarsi con abiti vecchi o semplicemente mettere la giacca a rovescio.

Per informazioni: Parco Prealpi Giulie, tel 0433 53483