TOLMEZZO- Caroli, rispondere alle esigenze della montagna

“Se il 2004 è stato l’anno della riconferma da parte della gente di montagna della fiducia nei confronti della Provincia di Udine, contro quanti ne volevano la divisione per dar vita ad un ente povero ed emarginato, il 2005 dovrà essere l’anno delle risposte alle esigenze espresse da parte dei territori montani”. In questi termini l’assessore alla montagna della Provincia di Udine, Vittorio Caroli ribadisce il proprio intento e quello di tutta la giunta per portare a termine un’iniziativa capace di caratterizzare in modo nuovo il rapporto tra la Provincia e le zone montane.
E’ oramai da quasi un anno che tutti parlano di nuovi progetti, di nuovi approcci, di nuove filosofie di intervento, ma in m montagna, al di là di tanti buoni propositi, non s’è visto molto di nuovo.
“E’ vero. Stiamo perdendo tempo a definire le intese, a stabilire i ruoli, e intanto la montagna è attraversata da un’ennesima crisi occupazionale. Innumerevoli posti di lavoro stanno scomparendo, premessa per uno spopolamento che in queste condizioni non può che proseguire. Come Provincia ci siamo mossi ad ogni livello per poter aprire un tavolo di concertazione con l’obiettivo di arrivare ad un progetto condiviso, capace di mettere assieme tutte le risorse disponibili. Dobbiamo purtroppo prendere atto che è stato uno sforzo inutile, poiché per la Regione la montagna continua ad essere una terra di campanili da conquistare attraverso singoli interventi e singoli favori”.
E a questo proposito qualcuno continua ancora a parlare di Provincia della montagna.
“Appunto. Invece di unire le forze ci si disperde perseguendo le idee più assurde. Che senso potrebbe avere una provincia limitata ai 35 mila abitanti della Carnia? Che peso potrebbe avere? Se l’attuale presidente della Comunità Montana si chiamasse presidente della provincia della Carnia e fosse anche stato eletto in maniera diretta, che cosa cambierebbe?”
Secondo lei quindi, da un lato la Regione manca di una prospettiva verso il futuro, dall’altro, a livello locale, prevale un marcato campanilismo. In questo contesto cosa ritiene che potrebbe fare la Provincia?
“Molto sta già facendo. Il potenziamento della Direzione d’Area montagna a Tolmezzo, ad esempio, consente alla Provincia di essere presente sul territorio con un ufficio attento alle esigenze della gente e del territorio. Grazie al fondo montagna poi, possiamo intervenire in maniera snella in favore della attività e delle realtà del territorio. Ma nel corso del 2005 vorrei portare la Provincia alla definizione di un contratto d’area da sperimentare in un territorio campione, che dimostri in concreto come si possa intervenire mettendo assieme le risorse provinciali con quelle statali coinvolgendo la popolazione e soprattutto i giovani su alcuni obiettivi condivisi che potrebbero costituire un vero patto territoriale di sviluppo”.