TOLMEZZO- Carniacque, la provocazione di Fabio D’Andrea

“A questo punto ci sono poche motivazioni che giustifichino l’esistenza di Carniacque”. La provocazione è del presidente del consiglio provinciale Fabrio D’Andrea, che intervenendo sul caso Nes, la multiutility che secondo la Regione potrebbe gestire il comparto delle acque anche in Carnia, punta il dito sulla società mista pubblico-privato (aderiscono Bacino Imbrifero Montano, Comunità Montana della Carnia, alcuni comuni dell’Alto Friuli e l’Amga di Udine) nata alcuni anni fa per gestire il passaggio al gestore provinciale in base alla legge Galli. “E’ estremamente grave l’assenza di Carniacque dal dibattito sul futuro delle gestione del comparto acque nel momento in cui Cafc, Amga ed altri consorzi stanno lavorando alla creazione di un unico soggetto che possa fronteggiare un progetto regionale teso quasi alla svendita del nostro patrimonio più significativo, ovvero l’acqua” attacca D’Andrea, secondo il quale Carniacque aveva lo scopo di preparare il terreno per la creazione di un subambito provinciale, affinché gli utenti della montagna non si trovassero ad essere penalizzati, nelle futura applicazione delle tariffe, rispetto alle indicazioni della legge Galli che la Regione deve recepire. “Vista l’assenza dal dibattito e la mancata attivazione di tutti gli strumenti necessari alla salvaguardia degli interessi del territorio, poco giustifica addirittura l’esistenza di Carniacque, che potrebbe e dovrebbe svolgere un ruolo strategico in questa disputa- aggiunge D’Andrea-. Nell’ultima assemblea della Comunità Montana della Carnia avevo con forza invitato anche il presidente Lino Not a farsi carico del problema ed attivarsi affinché Carniacque si muova immediatamente, ma è probabile che l’ente comprensoriale carnico abbia altro a cui pensare…”. Secondo il presidente del consiglio di Palazzo Belgrado, la Carnia si trova ora a svolgere il ruolo di comparsa in un settore in cui la risorsa acqua rappresenterebbe un privilegio per tutto il territorio montano. “E’ assolutamente necessario- conclude D’Andrea- che Carniacque, oltre naturalmente a Bim, Comunità Montana e comuni, si attivo e ricerchino con l’Amga una posizione che possa essere giovare all’Alto Friuli anziché penalizzarlo”.
(di Bruno TavosanisGazzettino)