UDINESE- L’Europa è dietro l’angolo, 3-1 alla Sampdoria

L’Udinese edizione 2003-04 è tutta nei novanta minuti di Marassi. Perfettamente a suo agio in trasferta (questo è il settimo successo lontano dal Friuli, a fronte dei sei conquistati in casa), cinica, spietata, felina. Sì, felina, perché ha giocato sorniona con la Samp come il gatto gioca col topo. Una zampata, poi la ritirata apparente, un’altra zampata e infine la graffiata finale. Quella del k.o. Questo tre a uno è sicuramente un risultato eccessivo per la Sampdoria, ma a questo punto della stagione, diventa un discorso relativo. Era una sfida da “dentro o fuori”. L’hanno spuntata i friulani, che hanno saputo resistere agli assalti tutto cuore dei blucerchiati nell’ultima mezz’ora, e trovare il raddoppio nel momento migliore dei padroni di casa, galvanizzati dal pareggio.

E così, con quattro punti di vantaggio a 180′ dalla fine dei giochi, a meno di improbabili harakiri (visto anche i rispettivi calendari), le porte dell’Europa si spalancano all’Udinese, davvero a un passo dalla seconda qualificazione in Uefa nell’arco di due stagioni. In casa Samp, comunque, nessun dramma: è stato un bel sogno, cullato sino alla fine, inseguito con l’entusiasmo e la freschezza di una neopromossa, da un gruppo che ci ha creduto sino in fondo ed è stato premiato dai propri tifosi. “Grazie ragazzi”, ha cantato la Gradinata Sud al termine della partita: senza dubbio, il premio più bello per Novellino e i suoi ragazzi. I tifosi bianconeri, invece, quel grazie lo possono urlare ancora più a ragion veduta. L’Udinese ha interpretato la gara di Marassi in modo impeccabile, colpendo con la consueta chirurgica precisione e difendendosi con relativo ordine. E le volte in cui la difesa è andata in barca, ci ha pensato uno strepitoso De Sanctis (decisivo in almeno quattro occasioni nella ripresa) a salvare la baracca.

Eccezion fatta per Doni (sostituito da un evanescente Pagano), Novellino ha potuto schierare la formazione-tipo. Spalletti, dal canto suo, ritrovava Sensini in difesa e Pinzi a centrocampo, mentre in avanti optava per il modulo a una punta (Iaquinta), supportato da Jorgensen alle cui spalle si muoveva un centrocampo a 5 molto robusto. Il canovaccio della gara è subito chiaro: su un campo pesantissimo a causa del violento nubifragio abbattutosi su Marassi sino al 40′ del primo tempo, Samp in avanti a testa bassa e Udinese di rimessa. I blucerchiati costruiscono molto (Diana costringe Jankulovski a fare il terzino aggiunto) ma concludono poco, mentre gli ospiti danno sempre la sensazione di poter far male quando si spingono oltre la metà campo. Il primo vantaggio friulano arriva su punizione (28′) di Jankulovski, e allo scadere Iaquinta si mangia un facile raddoppio.

Nella ripresa la Samp trova subito (6′) il pari con Bazzani, ma la gioia dura lo spazio di 5′. Sugli sviluppi di una splendida combinazione Pizarro-Iaquinta-Pinzi, Conte sgambetta Jorgensen in area: Pizarro trasforma dagli undici metri. Poi, mentre inizia lo show di De Sanctis (salva un autogol di Pizarro, respinge da campione su Volpi), che si oppone al serrate blucerchiato, l’Udinese chiude la gara con Iaquinta sul più classico dei contropiedi. Per l’Europa, ora, manca solo l’aritmetica.
(da www.gazzetta.it)