GEMONA- Venerdì serata in onore di Tina Modotti

Uno dei più interessanti, approfonditi e originali contributi alla riflessione sul valore dell’arte di Tina Modotti è Edward Weston e Tina Modotti in Messico (2003) di Mariana Figarella, terzo libro sulla fotografa friulana pubblicato da Cinemazero. Ad illustrarlo, venerdì 16 aprile 2004 alle ore 20.30, alla Galleria della Cineteca, in Piazza Municipio 2 a Gemona, saranno Piero Colussi e Gianni Pignat, che insieme a Gianfranco Ellero ne hanno curato l’edizione italiana. Il saggio di Mariana Figarella, studiosa venezuelana scomparsa prematuramente, cala i lavori di Weston e della Modotti nel contesto politico e culturale del Messico post-rivoluzionario. Il dato biografico è stato volutamente tralasciato ed è stata privilegiata la descrizione del clima e del momento storico in cui operavano, non solo i due fotografi, ma tutto l’ambiente artistico ed intellettuale che aveva fatto del Messico la propria patria elettiva. Lo scopo dichiarato dell’autrice è di determinare in quale misura la fotografia – di Weston prima, di Tina poi – entrando in contatto con le idee e le opere di artisti e intellettuali messicani, si trasforma e contribuisce a costruire un immaginario della “cultura nazionale”. Ma lo studio è importante soprattutto perché, attraverso un’analisi formale delle immagini, pone in relazione il lavoro di Tina con quello di Weston esaminando, foto dopo foto, l’approccio del maestro e quello dell’allieva: il medesimo soggetto viene ritratto dal primo in modo stilisticamente perfetto, dalla seconda in maniera passionale, privilegiando le persone e i loro stati d’animo.
La serata in Galleria dedicata a Tina Modotti si concluderà con la proiezione di Que viva Tina! di Silvano Castano. Il bel film del regista francese, alla cui realizzazione ha collaborato anche la Cineteca del Friuli, è il frutto di lunghe e puntigliose ricerche. In 52 intensissimi minuti, attraverso interviste con persone che hanno conosciuto Tina, immagini di repertorio, fotografie e spezzoni di film, il documentario ripercorre passo passo e in modo lineare come non mai la multiforme e complessa vicenda umana ed artistica della Modotti. Le molte immagini d’epoca ci portano da Udine a San Francisco (dove Tina raggiunse il padre emigrante), a Hollywood (la Mecca del cinema che la vide protagonista di tre film), e infine a Città del Messico, dove il viaggio della Modotti si interruppe bruscamente, a bordo di un taxi, una notte di gennaio del 1942. Un ulteriore pregio del documentario è di aver restituito a Tina le sue radici friulane, mostrando finalmente la sua città natale e, grazie alla consulenza del musicologo Bruno Rossi, inserendo nella colonna sonora una villotta di fine Ottocento, che probabilmente anche Tina cantava quando, giovanissima, lavorava a Udine come filandera.