GEMONA- L’Unione Autonomista Alpina pensa al futuro

Dopo il risultato del Referendum consultivo sull’istituzione della nuova provincia dell’Alto Friuli, che ha generato una fumata grigia alla creazione del nuovo ente ovviamente spiacevole per il Movimento “Unione Autonomista Alpina“, lo stesso movimento autonomista pensa già al futuro. Forte se non altro – anche in qualità di soggetto promotore del progetto – di una fervida convinzione sull’opportunità della realizzazione di una realtà territoriale come quella richiamata, come possibile incentivo per il rilancio dell’Alto Friuli; e pure del chiaro messaggio che è giunto per mano della considerevole fetta di corpo elettorale che al Referendum dello scorso 21 Marzo si è espressa per il SI. E’ urgente fare qualcosa per il rilancio delle economie dell’Alto Friuli tutto, concertando un piano di sviluppo comunemente condivisibile dalle forze politiche concorrenti. E bisogna pure agire presto, con un impegno istituzionale da parte della Regione chiamata ora a fornire nuovi strumenti, ad altri enti locali che devono ora essere individuati. Resta da vedere quali siano questi ultimi, ed in sostanza quale sia l’assetto istituzionale ideale da adottarsi nel quadro di un piano di sviluppo valido, credibile e futuribile. Gli interrogativi sul piatto sono molti, e cominciano a fioccare pure le proposte concrete per una nuova soluzione da parte dalle varie parti politiche. Tra le quali anche quella nuova proposta dall’UAA, che prevede in buona sostanza la suddivisione dell’Alto Friuli in due fette territoriali distinte, anche sul piano amministrativo, con due Super-Comunità Montane (le attuali della Carnia e Gemonese) alle quali dovrebbero essere affidato un congruo numero di competenze e risorse in più da parte della Regione. Quest’ultima soluzione è sostenuta in primis dal Presidente UAA e Responsabile per la zona gemonese, Carmino Deotti, che in merito ha dichiarato: ”Assimilato il NO alla Provincia dell’Alto Friuli, nato da strumentalizzazioni abilmente escogitate dai vertici della Provincia di Udine e i cui significati sono ancora tutti da valutare, facciamo notare a Strassoldo e soci la reversibilità dei NO del 21 Marzo, perfezionabile con un non impossibile adeguamento del progetto iniziale della Provincia dell’Alto Friuli, eventualmente da concordare in ossequio alle ragioni degli scontenti. Crediamo fortemente inoltre nella realizzabilità di questa nostra proposta, che dovrebbe mettere tutti d’accordo non creando ulteriori divisioni, e favorendo comunque una reale crescita dei rispettivi territori che viaggerebbero su due binari distinti ma in ogni caso paralleli e vicini. Non è opportuno – sottolinea Deotti – che si vada a fomentare ulteriormente la netta spaccatura territoriale tra le zone del SI e quelle del NO emersa al Referendum, che andrebbe a favorire sconvenientemente Udine e il Medio Friuli. L’imperativo, mai come oggi, è uno solo: restare uniti in un unico cartello, senza creare ulteriori sbilanciamenti territoriali, riconoscendo alla Carnia del SI’ il diritto alla piena autonomia e agli altri territori un nuovo assetto e competenze rapportate alle loro esigenze”. Ciò non toglie, comunque, che non si possa aprire una sorta di pubblico “concorso di idee” su quale sia la via d’uscita maggiormente condivisibile ai problemi tangibili dell’Alto Friuli. E a tale scopo l’Unione Autonomista Alpina ha deciso da qualche giorno di intraprendere una nuova iniziativa: l’attivazione di un forum di discussione, contattabile dal suo sito internet, sul quale è già possibile esprimere la propria opinione sull’argomento. Ovvio quindi l’invito esteso a tutti da parte dell’UAA di partecipare al forum, altra soluzione estremamente democratica dopo il referendum che il movimento ha voluto adottare in ossequio ad una reale trasparenza delle forze per il SI alla provincia troppe volte messa gratuitamente in discussione dai soliti noti personaggi delle forze contrarie.

(di

Valentino Deotti)