AMPEZZO: “Ciak si gira”, i filmati degli studenti delle medie inferiori

Erano un centinaio, ad Ampezzo, le persone che hanno assistito sabato 10 agosto alla proiezione dei filmati realizzati dai ragazzi e ragazze dagli 11 ai 14 anni dell’Alta Val Tagliamento, dopo l’anteprima del 1° agosto a Forni di Sopra.
Il progetto “Ciak – si gira!” ha attivato due laboratori video ad Ampezzo e uno a Forni di Sopra, coinvolgendo circa 35 fra ragazzi e ragazze, 4 educatori e diversi collaboratori, ed è stato realizzato in attuazione della legge 285/97 “Disposizioni per la promozione di diritti ed opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”.
La serata è stata introdotta dal Sindaco di Ampezzo, Renzo Petris, che ha ricordato le importanti finalità della Legge 285 che in questi ultimi anni ha permesso ai Comuni di porre sempre maggior attenzione alle politiche di promozione del benessere dei minori e delle famiglie.
La referente della Legge 285 per la Carnia, Elena Brollo, ha in seguito sottolineato l’importanza delle modalità di lavoro che la legge 285 ha introdotto, ed in particolare il coinvolgimento dei diversi soggetti che costituiscono le comunità (le istituzioni ma anche i privati, l’associazionismo e il volontariato) per analizzare il bisogno da diversi punti di vista e definire insieme i possibili interventi in maniera concertata, assumendosi così una corresponsabilità educativa nei confronti dei bambini e dei ragazzi.
A nome di tutti i protagonisti, Mirco ha poi salutato e ringraziato il pubblico presentando i due filmati realizzati dai laboratori video di Ampezzo: “Incubo, le catene di un sogno” e “Noi, come granelli di sabbia in una clessidra” ideati e realizzati rispettivamente dai ragazzi di 1^ media e 2^ e 3^ media. Il laboratorio di Forni di Sopra ha invece realizzato il video “Tutto sommato è meglio a casa”.
Il progetto si è sviluppato in numerosi incontri, in cui i ragazzi hanno avuto la possibilità di incontrarsi e decidere insieme il tipo di video da girare, gli argomenti da trattare, le storie e le scenografie, ed hanno poi recitato e realizzato le riprese.
Romina Pivotti e Morena Fachin, le educatrici dei laboratori di Ampezzo, hanno voluto trasmettere al pubblico presente un importante messaggio che sta alla base di questo progetto: gli incontri, le storie, le telecamere hanno rappresentato uno strumento per offrire ai ragazzi preadolescenti di questa vallata l’opportunità di essere protagonisti di un percorso che è stato, di fatto, un percorso educativo. Gli argomenti scelti dai ragazzi si sono rivelati da subito piuttosto “forti”: la paura, la violenza, la droga, la morte, la solitudine, la voglia di ribellarsi e decidere da soli; argomenti che hanno fatto fermare gli educatori a riflettere sull’opportunità di trattare effettivamente tali tematiche e sull’impatto che queste avrebbero avuto sui genitori e sugli adulti al termine del progetto. La sfida pedagogica raccolta e gestita dalle educatrici è stata proprio quella di garantire consapevolmente il protagonismo dei ragazzi, lasciandogli decidere le tematiche ed accogliendo la loro sottintesa richiesta di aiuto per affrontare le paure che stanno vivendo in questo momento; hanno accettato di vincere il timore adulto di accompagnare i ragazzi anche attraverso le loro paure e ansie, offrendosi loro come punto di riferimento autorevole.
Particolarmente significativi sono i finali dei tre filmati, nati dalla discussione con i ragazzi, in cui si apre loro la prospettiva della scelta che non è mai a senso unico, nemmeno quando la violenza o la paura sembrano rappresentare l’unica via: i sentimenti dell’amore e dell’amicizia permettono di cercare finali diversi, di scegliere anche il bene. “E’ compito di noi adulti insegnare quotidianamente un’alternativa alla violenza, affinché possiamo costruire assieme a loro una vera cultura della pace” è l’ultimo messaggio che gli educatori hanno voluto dare alla comunità.