TOLMEZZO: IDai parroci a
La Chiesa dice no al ridimensionamento o alla chiusura della scuola elementare di Betania. Le parole del dirigente scolastico regionale Bruno Forte, il quale in un recente incontro ha dichiarato che la comunità di Betania non può più pensare di avere ancora una scuola elementare, hanno allarmato monsignor Angelo Zanello e don Remigio Trevisan, parroci “in solidum” della località tolmezzina. In una lettera inviata alla comunità, al sindaco Cuzzi, all’assessore all’istruzione Cuder, al dirigente scolastico di Tolmezzo Colavizza e al presidente del Consiglio di circolo di Tolmezzo, don Zanello e don Trevisan spiegano innanzitutto che Betania può pensare di avere una scuola elementare senza chiedere il permesso a nessuno. Aggiungono che da tempo diverse famiglie del luogo lamentano la percezione di una clima di smobilitazione e incertezza attorno alla scuola manifestato ai genitori recatisi ad iscrivere i propri figli alla classe prima, tanto da indurli ad orientarli altrove. “Non sembra comprensibile né ragionevole l’atteggiamento di chi alimenta tale clima- scrivono i due parroci- Sicuramente non opera nell’interesse della comunità di Betania perché chi la ama la incoraggia a mettere in moto le energie migliori, a tutti i livelli, per superare ogni eventuale difficoltà”. C’è poi un invito, rivolto all’amministrazione comunale, affinché si attivi per evitare che, a partire dal prossimo anno scolastico, ci sia una maestra in meno, come previsto dalla direzione didattica. “Betania ha il diritto ed il dovere di interagire realmente con una struttura scolastica che appartenga al proprio tessuto sociale ed al proprio territorio- aggiungono don Angelo e don Remigio- La presenza di una scuola nella sua comunità è di vitale importanza, principalmente per la maturazione di un modello educativo capace di valorizzare le risorse umane e materiali di un contesto sociale e di inservirvi all’interno i piccoli”. A Betania, centro che negli ultimi anni ha visto crescere notevolmente i residenti in seguito alla costruzione di nuove abitazioni, vivono persone provenienti da zone diverse della Carnia e quindi la scuola diventa un fattore necessario di aggregazione sociale e di aiuto alla relazionalità fra le giovani famiglie presenti. “Ma garantire a Betania la presenza di una scuola, che deve offrire la massima qualità del servizio’istituto- concludono i due parroci- significa anche ottenere una razionale distribuzione dei bambini e delle energie nelle strutture scolastiche del nostro comune”. (di
Bruno Tavosanis, da il Gazzettino)