REGIONE: COMUNITA’ MONTANE, APPROVATA PROROGA AL 1-1-2003

Approvata con i voti della
maggioranza, contraria l’opposizione e astenuto il leghista
Matteo Bortuzzo, la legge che proroga al primo gennaio 2003 il
termine per la soppressione delle Comunità montane, già fissato
al primo luglio 2002, e che stanzia ulteriori fondi a loro favore
pari a quasi 4,20 milioni di euro.
I contenuti dei due articoli che compongono il provvedimento sono
stati esplicitati dal relatore di maggioranza, Franco Baritussio
(AN), che ha parlato di necessità della proroga anche perché in
Commissione si sta discutendo di Comprensori montani e di loro
funzioni anche in vista dell’eliminazione delle Comunità.

Nevio Alzetta (DS), che è relatore di minoranza con Franco Brussa
(DL-Margherita), ha invece spiegato la contrarietà politica del
suo gruppo alla proposta, pur salvandone il merito, perché si è
voluto sopprimere le Comunità montane senza aver già previsto un
Ente che le sostituisse nelle funzioni. L’atteggiamento assunto
già a livello di Comitato ristretto, poi, fa capire che
difficilmente si arriverà al voto dell’Aula in questa
legislatura. Intanto si assiste ad una gestione priva di una vera
programmazione.

Brussa ha quindi ricordato il travagliato iter della legge, più
volte rinviata dal Governo, con la quale si prevedeva la
soppressione delle Comunità montane già a partire da gennaio
2000, data modificata sino al primo luglio 2002. Nel 2001, poi,
si introduceva la figura del Commissario straordinario e il
coinvolgimento dei Comuni compresi nei territorio delle Comunità.
Coerenza avrebbe voluto che la Giunta presentasse un testo prima
della scadenza, definendo il futuro assetto istituzionale.

Beppino Zoppolato (LN), promotore di una proposta non accolta di
rinvio sino al primo luglio 2004, ha accusato l’ex Governo di
essere causa dei ritardi della soppressione in quanto i suoi
rinvii avevano costretto la Regione ad adire la Corte
costituzionale per vedersi riconosciuto un diritto pieno sulle
Comunità montane, salvo un maggiore coinvolgimento dei Comuni
interessati.

La questione per ora si limita ad uno spostamento di data – così
per Maurizio Salvador (FI-CCD-FDC) – mentre i concetti veri li
esprimeremo quando affronteremo sul serio il tema della riforma
generale del sistema montagna, tema non più procrastinabile.
Dobbiamo superare in fretta il periodo della transizione perché
dobbiamo individuare un Ente a cui assegnare fondi e funzioni che
non si sovrappongano e confondano con quelli delle Province.

Bruna Zorzini (IpU) si è detta scettica di un veloce riordino del
comparto montano, visto l’atteggiamento già assunto a livello di
Commissione, per non parlare del referendum sulla legge
elettorale e della campagna stessa per le elezioni del prossimo
anno, che stanno rubando attenzione ai lavori dell’Aula. Si è
svilita l’autonomia dei Comuni, contrariamente a quanto imposto
dalla Consulta.

Necessaria una legge che affrontasse la questione, per Gianluigi
Pegolo (GM-PRC), ma ci sono delle pecche. Le proroghe chieste
dalla Giunta però hanno fatto venir meno il concetto di emergenza
insito nella figura del commissario. Prima di tutto si deve
stabilire cosa accadrà dopo lo scioglimento e dotare i nuovi Enti
della gestione dei servizi locali su ambiti territoriali che non
possono essere i comprensori; semmai si deve copiare le unioni
dei Comuni.

Questa regione non può essere ridisegnata dall’alto, senza tener
conto delle esigenze dei Comuni anche per Enrico Gherghetta (DS),
che quale esempio ha portato le decisioni sulla creazione del
Parco del Carso. La maggioranza si deve confrontare con la
minoranza e con gli elettori sulle proprie proposte e sulle
proprie scelte.

Gravità del provvedimento e affatto atto dovuto, per Alessandro
Tesini (DS). A parlare di dovere è solo chi ha fatto promesse che
ancora non riesce a mantenere. Il tema reale è se le riforme si
possono fare con un commissariamento.

Questo Consiglio – così Mario Puiatti (IpU) – ha assunto
decisioni e leggi che già affermano che le Comunità montane sono
chiuse, la maggioranza ha fatto il braccio di ferro con il
Governo, poi ha ceduto con le infinite proroghe. Scadano pure i
termini; bastava fare un atto di trasferimento delle competenze
ed era finita. Spendiamo inutilmente ogni anno 8 milioni di euro
per i dipendenti delle Comunità.
Dopo una pausa, i lavori erano ripresi con le repliche dei relatori e con le
considerazioni finali del presidente della Giunta, Renzo Tondo.

Il dibattito non dovrebbe vertere tanto sull’aspetto
istituzionale della materia, vedi Provincia dell’Alto Friuli,
Consorzi montani o altro – ha affermato Tondo – ma dovrebbe
tenere in considerazione ciò che per la montagna si è fatto e si
sta facendo. Siamo, ad esempio, l’unica Regione a livello europeo
che è riuscita a farsi inserire nell’Obiettivo comunitario 2 un
asse specifico per la montagna. Dite poi ciò che volete, ma il
Carso non è montagna e fare di certi argomenti un cavallo di
battaglia significa che si vuole portare avanti solo quanto è di
interesse personale.

No politico, anche se non di merito, ribadito poi da Nevio
Alzetta (DS). Questa norma mostra assenze e ritardi di riforme
della sua Giunta e di quella prima – ha detto a Tondo. Perciò non
può accusarci di non aver saputo valorizzare quanto fatto in sede
comunitaria. Una diminuzione del numero delle istituzioni non può
poi essere portata ad esempio se non c’è una loro migliore
organizzazione e razionalizzazione. Ha poi assicurato che la
riforma si farà entro l’anno: lo faremo presente quale impegno
nei confronti degli elettori. Per noi sono un errore anche i
comprensori e questa in realtà è l’ennesima riforma mancata.

Con toni favorevoli si è invece espresso Franco Baritussio (AN),
per il quale ci sono certamente dei ritardi, ma proprio per
questo come maggioranza ci prendiamo l’impegno di fare chiarezza
nel riassetto istituzionale.

Proprio perché abbiamo un asse specifico – così Franco Brussa
(DL-Margherita) – è ancora più urgente che ci siano degli Enti
definiti e forti e non dei commissari pro tempore. Con tutto il
tempo che aveva, la Giunta ha aspettato aprile 2002 per
presentare un disegno di legge sulle Comunità che scadevano il
primo luglio ed è solo una fortuna che domani la legge sia già
pubblicata sul BUR e quindi entri subito in vigore.