GEMONA: Domani sera la fiaccolata contro il terrorismo
Fiaccole accese anche in regione, domani sera, per dire no alla violenza criminale del terrorismo e ricordarne le vittime, uccise per le loro idee e per il loro impegno civile.
Le fiaccolate contro il terrorismo organizzate da Cgil, Cisl e Uil
si terranno a Trieste, Pordenone, Udine, Gemona e Gorizia: ai cortei, aperti naturalmente a tutti i cittadini, parteciperanno anche i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e delle associazioni che hanno già fatto pervenire al sindacato le loro adesioni. «Contiamo su unampia adesione – affermano Paolo Pupulin, Sante Marzotto e Luca Visentini, segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil – per ribadire che la lotta contro il terrorismo deve essere un impegno comune di tutte le forze democratiche. Questo è tanto più importante dopo le dichiarazioni inopportune, strumentali e addirittura diffamatorie cui abbiamo assistito dopo luccisione del professor Biagi. Lunico effetto di un simile atteggiamento, infatti, è quello di alimentare le divisioni e di avvelenare il confronto in atto tra Governo e parti sociali: lesatto obiettivo dei terroristi, che puntano chiaramente ad alterare le regole del confronto democratico. Il sindacato, da parte sua, ha mantenuto coerentemente le sue posizioni di merito e le condizioni che ha fissato per la ripresa del dialogo con il Governo, le stesse che sono alla base dello sciopero generale proclamato unitariamente per il 16 aprile dalle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil».
Questo il messaggio dei tre segretari regionali, che confermano gli orari già comunicati nei giorni scorsi per la partenza delle fiaccolate di domani sera: le 18.30 a Trieste, con ritrovo in piazza della Borsa; le 19 a Pordenone e a Udine, con partenza rispettivamente da piazza Municipio e piazza San Giacomo; le 20.30 a Gorizia, al Parco della Rimembranza, e a Gemona, davanti alla basilica di SantAntonio. Da segnalare anche la messa di suffragio per le vittime del terrorismo, che verrà celebrata alle 18 a Pordenone dal vescovo Ovidio Poletto.