RIGOLATO: Variante di Tors, D’Andrea denuncia Anas e Autovie servizi
Nuovo clamoroso capitolo nella vicenda della variante di Tors, l’opera che dovrebbe rendere meno disagevole la transitabilità sulla martoriata statale 355, in particolare nel tratto da Rigolato a Comeglians. Il sindaco di Rigolato, Fabio D’Andrea, ha infatti denunciato l’Anas, nella persona del capo compartimentale regionale ing.Russo e la società Autovie Servizi, nella persona dell’ing.Chermez. Secondo D’Andrea, Autovie Servizi, società partecipata regionale, progettista per conto dell’Anas dell’opera finanziata per circa 40 miliardi di lire grazie ai fondi della Lr 879/86, avrebbe sbagliato il raggio di curvatura dell’uscita nord del tunnel, in località ponte coperto, ma anche, per alcuni metri su venti complessivi, la lunghezza del ponte sul torrente Fulin. Questi errori, che il sindaco definisce grossolani, hanno causato l’improvvisa sospensione dei lavori, cominciati qualche mese dopo l’appalto degli stessi, avvenuto nel ’99. Ma perché denunciare l’Anas? “Le norme contenute nella legge nazionale sui lavori pubblici, la 109, specifica quali iniziative la committenza, in questo caso l’Anas, deve adottare nei confronti di chi ha sbagliato la progettazione dell’opera, quindi Autovie Servizi- spiega D’Andrea, che ricordiamo essere anche presidente del consiglio provinciale- Se un professionista sbaglia un progetto, la legge stabilisce che questi deve pagare i danni, economici e non”. Secondo D’Andrea, il danno, dopo più di un anno di sospensione ed una variante ancora in fase di approvazione, ammonterebbe a oltre un milione di euro. “L’Anas quindi doveva richiedere i danni economici alla società di progettazione anche in forza del fatto che il lavoro è stato appaltato- prosegue il primo cittadino- Invece nulla di tutto è avvenuto”. D’Andrea non nasconde la sua rabbia: “E’ una vicenda vergognosa, che non merita ulteriori commenti. Sembra comunque siano emerse delle responsabilità soggettive, chi ha sbagliato e continua tutt’oggi a sbagliare, dovrà pagare. Da sindaco- prosegue- ho commesso diversi errori ma ho sempre pagato di tasca mia. Non vedo perché le regole non debbano valere per tutti”. In attesa che la vicenda approdi nei prossimi giorni in consiglio regionale, D’Andrea conclude: “Si tratta dell’ennesimo affronto alla montagna friulana. Hanno tradito una terra che non aveva nulla di straordinario, solo il diritto alla sopravvivenza. Ora però vogliamo che venga permesso ad altri di riprendere subito i lavori. La pazienza è quasi finita”. (di Bruno Tavosanis, da “Il Gazzettino)