Coopca: per il M5S imbarazzante il silenzio della Regione
«La Regione cosa pensa di quanto sta
accadendo nella Cooperativa Carnica? Con quale cda intende rapportarsi
nel suo ruolo di vigilante e controllante? Con il cda che di fatto ha
portato la Cooperativa al baratro e che è presieduto da chi più volte
(l’ultima una settimana fa), sempre solo a parole, ha rimesso il proprio
mandato? Oppure con il cda eletto dai soci che, sulla base di un ordine
del giorno preciso, sono intervenuti nelle assemblee per nominare i
nuovi amministratori?». Sono queste le domande che il portavoce del
MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo rivolge alla giunta Serracchiani in un momento di grave crisi istituzionale per la CoopCa.
accadendo nella Cooperativa Carnica? Con quale cda intende rapportarsi
nel suo ruolo di vigilante e controllante? Con il cda che di fatto ha
portato la Cooperativa al baratro e che è presieduto da chi più volte
(l’ultima una settimana fa), sempre solo a parole, ha rimesso il proprio
mandato? Oppure con il cda eletto dai soci che, sulla base di un ordine
del giorno preciso, sono intervenuti nelle assemblee per nominare i
nuovi amministratori?». Sono queste le domande che il portavoce del
MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo rivolge alla giunta Serracchiani in un momento di grave crisi istituzionale per la CoopCa.
«Il silenzio dell’organo di vigilanza su questo tema è a dir poco imbarazzante – attacca Sergo -. Intanto la Cooperativa, senza una guida certa, è formalmente nelle
mani di un Cda in cui tuttora siedono anche amministratori cooptati o
quelli finiti nelle indagini della Procura della Repubblica di Udine ad
inizio anno. Eppure abbiamo più volte ricordato quali siano le
azioni che l’esecutivo regionale poteva mettere in campo in queste
situazioni, soprattutto a seguito delle due revisioni straordinarie
volute dalla giunta Serracchiani. La seconda, deliberata a febbraio dal
vice presidente Bolzonello, avrebbe dovuto monitorare proprio l’attività
del cda».
mani di un Cda in cui tuttora siedono anche amministratori cooptati o
quelli finiti nelle indagini della Procura della Repubblica di Udine ad
inizio anno. Eppure abbiamo più volte ricordato quali siano le
azioni che l’esecutivo regionale poteva mettere in campo in queste
situazioni, soprattutto a seguito delle due revisioni straordinarie
volute dalla giunta Serracchiani. La seconda, deliberata a febbraio dal
vice presidente Bolzonello, avrebbe dovuto monitorare proprio l’attività
del cda».
«La cosa interessante è che in gennaio la Procura aveva depositato un’istanza di nomina di un commissario giudiziale,
adducendo la necessità di vigilanza e tutela delle ragioni dei soci,
creditori e lavoratori, ritenendo che il contegno degli amministratori
fosse non convincente e da censurare. All’epoca il Tribunale ritenne sostanzialmente inutile la nomina di un commissario chiamato a sorvegliare l’iter generale della procedura concordataria, in quanto i suoi poteri sarebbero stati meno efficaci rispetto a quelli dell’autorità di vigilanza, cioè della Regione. Questo – sottolinea Sergo – dimostra come la Regione, in quanto autorità di vigilanza, avrebbe pieni poteri per agire, anche in questa situazione di “caos istituzionale”. La CoopCa deve avere, infatti, una guida certa, approvata dall’assemblea dei soci. In realtà questa
si è espressa nominando 6 nuovi amministratori, in virtù di un ordine
del giorno che era stato emanato dal Cda stesso, che ora non riconosce
la volontà democraticamente espressa».
adducendo la necessità di vigilanza e tutela delle ragioni dei soci,
creditori e lavoratori, ritenendo che il contegno degli amministratori
fosse non convincente e da censurare. All’epoca il Tribunale ritenne sostanzialmente inutile la nomina di un commissario chiamato a sorvegliare l’iter generale della procedura concordataria, in quanto i suoi poteri sarebbero stati meno efficaci rispetto a quelli dell’autorità di vigilanza, cioè della Regione. Questo – sottolinea Sergo – dimostra come la Regione, in quanto autorità di vigilanza, avrebbe pieni poteri per agire, anche in questa situazione di “caos istituzionale”. La CoopCa deve avere, infatti, una guida certa, approvata dall’assemblea dei soci. In realtà questa
si è espressa nominando 6 nuovi amministratori, in virtù di un ordine
del giorno che era stato emanato dal Cda stesso, che ora non riconosce
la volontà democraticamente espressa».
«Per concludere basterebbe ricordare le dichiarazioni della presidente Serracchiani
dopo l’annuncio della nostra mozione di sfiducia: “la vigilanza della
Regione è esclusivamente finalizzata a verificare il rispetto dei
requisiti mutualistici tipici delle Cooperative e a fornire agli
amministratori consigli e suggerimenti utili per migliorare la gestione e
il livello di democrazia interna”. Ecco, se secondo la Serracchiani
queste sono le uniche verifiche in capo alla Regione, nonostante in Aula
avessimo già dimostrato con i fatti che le cose non stessero così, a
fronte di quanto accaduto in questi ultimi giorni – conclude Sergo – il
silenzio della Regione sulla democrazia interna della società è ancor
più imbarazzante!».
dopo l’annuncio della nostra mozione di sfiducia: “la vigilanza della
Regione è esclusivamente finalizzata a verificare il rispetto dei
requisiti mutualistici tipici delle Cooperative e a fornire agli
amministratori consigli e suggerimenti utili per migliorare la gestione e
il livello di democrazia interna”. Ecco, se secondo la Serracchiani
queste sono le uniche verifiche in capo alla Regione, nonostante in Aula
avessimo già dimostrato con i fatti che le cose non stessero così, a
fronte di quanto accaduto in questi ultimi giorni – conclude Sergo – il
silenzio della Regione sulla democrazia interna della società è ancor
più imbarazzante!».