Nuova denuncia dall’Ospedale di Gemona, l’Ambulatorio per la Montagna ridotto a magazzino
“L’ambulatorio per la montagna dell’Ospedale di Gemona non risulta operativo da parecchi mesi. Non solo, ma viene anche utilizzato come deposito o magazzino di vario materiale”. La denuncia è di Paolo Copetti, consigliere comunale di maggioranza nelle file della lista “Per Gemona”.
Con una lettera indirizzata al D.G. dell’AAS 3 Pier Paolo Benetollo, a Maria Sandra Telesca, Assessore Regionale alla Salute e al Sindaco Paolo Urbani, Copetti chiede di far luce sulla vicenda riferita alla struttura inaugurata il 4 novembre 2014. “Ricordo in proposito le parole pronunciate dalla Governatrice della Regione, Debora Serracchiani in quell’occasione: “E’ un primo inizio di un progetto più ampio che vorremmo entrasse nel quadro delle iniziative per “Gemona Città dello sport e del benestare” e che mette in sinergia la facoltà di scienze motorie con ospedale per avviare un centro di riferimento regionale per la medicina sportiva e per chi svolge attività di montagna”.
Sull’ambulatorio, aggiunge Copetti, inoltre si diceva: “potrà fornire consigli sanitari su vaccinazioni, prevenzioni, danni cutanei da raggi U.V. parassitosi; organizzativi e dietetici; valutazioni specifiche per chi lavora o svolge attività sportiva in montagna. Sarà anche in grado di fornire informazioni sulle corrette modalità di allenamento ai diversi sport di montagna”.
“In quella stanza oggi troviamo molte apparecchiature smantellate ed un cumulo di documenti archivi e nemmeno la parvenza di un’ ambulatorio, quale fiore all’occhiello regionale per gli sport di montagna” specifica ancora il consigliere comunale che allo stesso tempo chiede di sapere “il numero delle visite effettuate ad un anno dall’apertura dell’ambulatorio e l’eventuale motivo della sua cessazione; richiedo inoltre l’immediata riattivazione dell’ambulatorio e l’implementazione del reparto di Cardiologia con un ecocardiografo, con i consueti esami e le visite che fino a poco tempo fa venivano effettuate”
“Ricordo – conclude Copetti – che il reparto di Cardiologia vedeva file di pazienti al CUP per le prenotazioni, su visite d’eccellenza, con numeri di tutto rispetto per quanto riguarda l’Alto Friuli. Oggi invece sembra di assistere ad una “No fly zone”.