Economia

In Friuli Venezia Giulia poli professionali per mare e montagna

“L’economia del Mare e l’economia della Montagna – afferma l’assessore a Istruzione e Lavoro del Friuli Venezia Giulia, Loredana Panariti – rappresentano due vocazioni produttive estremamente importanti per lo sviluppo dell’economia regionale nel suo complesso ed è per questo motivo che la Regione ha deciso di utilizzare lo strumento dei Poli tecnico professionali per favorire la realizzazione di un sistema educativo innovativo e coerente con i fabbisogni formativi dei processi produttivi”. “Intensificare e qualificare i rapporti tra la scuola e il mondo del lavoro, valorizzando le specificità e potenzialità di ciascuna di queste realtà è – evidenzia Panariti – una priorità per questa Giunta regionale. I Poli tecnico professionali previsti da una norma nazionale proprio in materia di semplificazione e sviluppo – spiega l’assessore – sono una modalità organizzativa per favorire un’offerta di istruzione e formazione coordinata a livello territoriale tra istituti tecnici, istituti professionali e percorsi di istruzione e formazione professionale e offrono una serie consistente di vantaggi sia dal punto di vista economico sia educativo”. “La messa in condivisone di laboratori, materiali didattici e best practice didattiche consente – aggiunge Panariti – un efficiente ed efficace utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie, mentre la presenza delle imprese permette di prevedere delle modalità di apprendimento in situazione, promuovendo la sempre più importante interazione tra sapere e saper fare”.

Per individuare i soggetti che andranno a far parte dei Poli Tecnico-Professionali nella Area Economia del Mare e nell’Area Economia della Montagna è stato pubblicato sul BUR del 25 novembre scorso un avviso (http://bandiformazione.regione.fvg.it/fop2011/). Le candidature potranno essere presentate entro il 2 febbraio 2016 da una rete composta da soggetti pubblici privati. Tale rete, al suo interno, dovrà prevedere la presenza di almeno un Istituto tecnico e/o professionale, di un Ente di formazione, di due imprese rappresentative dell’area economica di riferimento, di un Istituto tecnico superiore e di un soggetto gestore di fondo interprofessionale. La compagine potrà essere valorizzata ed arricchita ulteriormente con la presenza degli Atenei regionali, degli organismi regionali di ricerca pubblici o privati, degli Enti gestori dei parchi scientifici e tecnologici e delle Associazioni di categoria. “Si tratta quindi di un importante e qualificato gruppo di soggetti – commenta Panariti – a cui viene chiesto di ripensare e offrire al territorio un sistema educativo e formativo maggiormente riallineato con la domanda di professionalità da parte delle imprese, in particolare per quanto concerne le esigenze di innovazione tecnologica, produttiva, organizzativa e di ricerca applicata”. “In questo modo – prosegue l’assessore – sarà anche possibile offrire alle persone, ed in particolare ai giovani, una gamma di opportunità formative in grado di innalzare le loro competenze tecniche rendendole più corrispondenti alle richieste del mercato del lavoro e di soddisfare nel contempo le loro aspettative verso un diverso tipo di formazione meno centrato sull’acquisizione di conoscenze teoriche e più attento allo sviluppo di competenze e abilità”. “Per ottenere questo risultato – sottolinea Panariti – è necessario sperimentare azioni formative innovative in accordo con la ricerca scientifica e tecnologica e consolidare le relazioni tra gli Istituti di Istruzione secondaria superiore, i Centri di formazione professionale, le Università, i Centri di ricerca ed innovazione tecnologica, le Imprese e le Parti sociali. I Poli tecnico professionali – conclude – sono il contesto in cui tutto questo potrà concretamente essere pensato progettato e realizzato”.