I Comitati di Gemona pronti alla sfida referendaria per il “San Michele”
La risposta dei Comitati di Gemona del Friuli, dopo il parere favorevole al Pal 2016, da parte della Conferenza dei Sindaci della AAS 3, non si è fatta attendere. “L’assurda Azienda 3, voluta dal CentroSinistra e i suoi alleati con la riforma sanitaria – attaccano in una nota – ha messo in luce l’impossibilità di unificare territori disomogenei che vanno dalla pianura alla montagna”.
Una espressione geografica che va da Forni Avoltri e Tarvisio fino a Varmo, con 3000 kmq di superficie, 68 Comuni e 172.000 abitanti, “non poteva che produrre divisioni profonde fra i territori, che sono chiaramente emerse in sede di voto con la vittoria risicata dei 22 voti a favore, soprattutto carnici, 9 contrari e 6 astenuti. In particolare sarà Gemona a pagare il prezzo più alto, dato che viene prevista la chiusura del Pronto Soccorso e Area di Emergenza entro il 31 Marzo e la sua trasformazione in Punto di Primo Intervento e l’ulteriore perdita di una ambulanza con infermiere a bordo. In pratica solo un punto di transito, probabilmente verso Udine. Mentre quella della Medicina è prevista per il 30 Giugno 2016 e infine il completamento della nuova rete dell’emergenza sarà operativa alla fine di Ottobre”.
“Molte ombre anche per quanto riguarda il Day Surgery – spiegano ancora dal coordinamento – dato che i numeri reali di Gemona sono molto lontani dalle promesse. Non una parola per sapere se abbiamo perso l’accreditamento della Joint Commission International del 2012, costato centinaia di migliaia di Euro. Noi avevamo chiesto inoltre che le eventuali chiusure avvenissero solo dopo la messa a regime dell’alternativa, ferma restante la nostra netta contrarietà all’iniqua riforma Serracchiani/Telesca. Ma le Signore tirano dritto, naturalmente senza farsi vedere a Gemona, nonostante i ripetuti inviti, per spiegare alla gente questa legge”.
“Per quanto riguarda il P.S, abbiamo apprezzato la posizione del Presidente Borghi, che ha sottolineato come questa chiusura dovrebbe essere fatta solo a rete emergenziale operativa – riconoscono -. Un grosso punto di domanda riveste anche il personale che non potrà superare quello in servizio nel 2012 e le poche unità che verranno assunte verranno spalmate su tutto il territorio aziendale. Un territorio, quello del Gemonese, il più sismico della Regione, che per i quarant’anni dal terremoto, si vedra’ privato di strutture sanitarie fondamentali per la Comunità e che oltre al danno nel PAL trova scritto che serviranno ben 3.800.000 euro per l’adeguamento antisismico del San Michele! All’unico Ospedale della Regione già antisismico di primo grado, che può resistere a un nono grado Mercalli!”.
Ancora una volta viene ribadito che questa cosiddetta riforma “è squisitamente politica con profonde motivazioni ideologiche, che ha premiato i territori amici e penalizzato gli altri. Ma la ormai ventennale lotta a difesa del legittimo diritto alla salute del Gemonese non si ferma e in cantiere abbiamo altre iniziative, la prima il 6 Gennaio per il Tallero e in particolare quella che porterà con il ns. contributo alla raccolta delle firme necessarie per il referendum abrogativo di questa pessima Legge, fra l’altro contestata anche in altre parti della Regione”.