Due nuove varianti lungo la Ciclovia Alpe Adria
La Giunta regionale ha provveduto nei giorni scorsi ad un ulteriore aggiornamento della Re.C.I.R., con l’inserimento di due varianti relative alla Ciclovia Alpe Adria Radveg (CAAR). Si tratta dei tronchi Venzone-Gemona-Ponte di Braulins (che diventa la direttrice principale, con in alternativa la Venzone-Bordano-Ponte di Braulins) e la Buja-Parco del Cormor (Udine).
In quest’ultimo caso la direttrice principale passa per la viabilità secondaria asfaltata e l’alternativa utilizza l’Ippovia Buja-Parco del Cormor, che però per il fondo sterrato e l’utilizzo di due guadi presenta qualche difficoltà di transito per i ciclisti meno esperti e allenati.
Vengono infine inseriti alcuni collegamenti e diramazioni all’interno della Re.C.I.R., funzionali al miglioramento della mobilità ciclistica sul territorio regionale.
La Giunta ha poi inserito la Ciclovia Noncello-mare nella Rete delle Ciclovie di Interesse Regionale (Re.C.I.R.), “in maniera tale da dare – ha spiegato l’assesore competente Santoro – il giusto riconoscimento a una delle più importanti vie ciclabili del Friuli Occidentale, che non solo si innesta con ben tre direttrici della Rete regionale, ma risulta strategica anche per il collegamento diretto a Sud con la Ciclovia veneta. Dopo le necessarie verifiche tecniche, possiamo dare un riscontro positivo alla richiesta formulata dal Comune di Pordenone, congiuntamente ai sindaci dei Comuni di Cordenons, Pasiano di Pordenone, Prata di Pordenone, Spilimbergo, Vivaro, territori che potranno trarre diretto beneficio dal turismo a due ruote lungo questa tratta”.
Il tracciato collega tra loro tre direttrici della Re.C.I.R.: la Ciclovia del Tagliamento (FVG 6), la Ciclovia della pianura (FVG 4) e la Ciclovia della bassa pianura (FVG 9); inoltre si connette a Sud con la Ciclovia del Livenza, in Veneto.
Per la maggior parte del suo percorso la Ciclovia Noncello-mare segue i corsi dei fiumi Meduna e Noncello, attraversando aree di particolare pregio naturalistico. Il percorso utilizza piste e itinerari ciclabili già realizzati dalle singole amministrazioni locali e, per i tratti da realizzare in promiscuità con il traffico motorizzato, è previsto l’utilizzo del limite di velocità di 30 km/h e di altre misure di moderazione del traffico.