Pronto Soccorso, Ambulanze, Risonanze. I Comitati gemonesi nuovamente alla carica
In questi giorni il Coordinamento dei Comitati a difesa dell’Ospedale San Michele di Gemona del Friuli hanno dato inizio a un volantinaggio sul territorio per informare la popolazione della volontà aziendale di trasformare dal 31 Marzo, l’attuale Pronto Soccorso del San Michele in un punto di Primo Intervento. “Una struttura che gestirà solo i codici bianchi e verdi, con la soppressione della annessa Area di Emergenza – fanno notare -. Poi a Giugno vorrebbero chiudere l’attuale reparto di Medicina, con i suoi 50 posti letto perennemente occupati. Come cio’ sara’ fattibile è un mistero, visto che Gemona gia’ oggi supporta pazienti di altri Ospedali. Vedremo posti letto in corridoio o in ogni angolo libero o addirittura letti a castello?”
“I tagli subito, mentre delle promesse dei reparti di riabilitazione non c’è traccia! – aggiungono ancora dai Comitati – Noi non siamo disposti a subire passivamente la perdita di questi fondamentali servizi per il nostro territorio e ci opporremo a queste iniziative con risposte durissime. Queste inique proposte sono il frutto di una malapolitica regionale, tesa soprattutto a penalizzare il Gemonese per favorire un nosocomio, che senza l’utenza della Pedemontana, non avrebbe i numeri per restare tale. La sanita’ non dovrebbe avere colore partitico ma guarda caso i tre Ospedali che ci sono vicini e che non vengono toccati da tagli, sono tutti in Comuni amministrati dal CentroSinistra. Ma un severo monito viene lanciato anche all’assessore Telesca. Siamo dovuti andare a Tolmezzo a portare le nostre legittime rimostranze per come viene bistrattato il Gemonese. L’assessore Telesca l’abbiamo invitata diverse volte in questi due anni, insieme all’Amm.ne comunale, a venire a Gemona, per spiegare pubblicamente la sua riforma. Decida lei, una volta per tutte, dove e quando e trovi la dignità e il coraggio di venire a Gemona. Dimostri di essere un politico che non ha paura del confronto con la gente”.
Il Coordinamento dei Comitato torna ad affrontare pure la questione del nuovo piano delle emergenze/urgenze: “bene la collocazione di una ambulanza a Chiusaforte, ma avremmo voluto che fosse sulle 24 ore e non solo per 12 come previsto. Infatti alcune zone del Canal del Ferro, nelle rimanenti 12 ore, non sono raggiungibili da Gemona o Tolmezzo nei tempi di legge. Poi cosa succedera’ quando l’unica ambulanza di Gemona sarà impegnata a trasportare i codici gialli o rossi in particolare verso Udine o Tolmezzo? Il nostro territorio rimarrà scoperto e i soccorsi dovranno arrivare da Tolmezzo o San Daniele, con relativi tempi di percorrenza di andata e ritorno. Chi ne rispondera’ per eventuali eventi negativi? Questo è il motivo per cui chiediamo che a Gemona rimangano due ambulanze di tipo “ A “ e non una sola”.
Ma i Comitati commentano anche l’acquisto delle due risonanze per Tolmezzo e San Daniele. “Servizi in più per la zona a nord di Udine, finora sprovvista, ma quali saranno i costi di questa operazione? Una sola, come prevedeva la ex ASS 3, in posizione baricentrica non era sufficiente? La coperta è corta e quindi la spesa complessiva andrà a detrimento di altri servizi? Sono domande importanti a cui qualcuno dovrà rispondere”.
Infine un monito per quanto riguarda i dieci milioni previsti per l’adeguamento antisismico di Tolmezzo: “A riguardo – concludono – pende un nostro ricorso alla Corte dei Conti, considerato che il San Michele è già una struttura totalmente antisismica di primo grado e che la Serracchiani e la sua maggioranza di Centro Sinistra vorrebbe declassarla a poliambulatorio/cronicario. Se verrà riconosciuto il danno erariale, chi ne risponderà?”