La riforma della Casa in FVG è legge, tutte le novità
Approvata questo pomeriggio dal Consiglio regionale la nuova legge di riforma della casa e delle Ater del Friuli Venezia Giulia. Sono stati 25 i voti a favore (centrosinistra), 15 i contrari (centrodestra), nessun astenuto. Non hanno preso parte alla votazione i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, i quali hanno abbandonato l’aula in segno di protesta per la mancata accettazione della loro richiesta di rinviare la discussione di un giorno al fine di consentire alla relatrice di minoranza dei grillini, impegnata a Roma in quanto presidente del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, di poter presenziare alla discussione e alla votazione del provvedimento. “Abbiamo avvicinato il mondo privato dell’edilizia agli strumenti pubblici – ha commentato con soddisfazione l’assessore regionale Santoro – così da creare, attraverso l’edilizia convenzionata o specifici progetti, una risposta pubblico-privata al fabbisogno abitativo. Abbiamo dato più garanzie per chi vuole acquistare la prima casa, sia nuova sia da ristrutturare, mentre rimane ma cambia il contributo in conto capitale. A questo si aggiungono le novità sul territorio, Tavoli Territoriali, lo Sportello risposta casa, il superamento degli Amministratori unici delle Ater, nuove forme di sostegno e di intervento”.
COSA CAMBIA
L’Amministrazione regionale è autorizzata a concedere contributi in conto capitale e in conto interesse, e a sostenere l’accesso al credito per favorire l’acquisizione in proprietà o in locazione delle prima casa, l’installazione di ascensori in edifici pubblici e privati, gli interventi di manutenzione straordinaria finalizzata alla messa a norma di impianti tecnologici o all’efficientamento energetico e di recupero. E’ pure autorizzata a sostenere anche in spesa corrente la locazione e a fronteggiare l’emergenza abitativa della morosità incolpevole. L’accesso al credito per favorire l’acquisizione in proprietà o in locazione della prima casa è sostenuto anche dal Fondo previsto dalla legge finanziaria 2001. Si è deciso poi di “dirottare” le risorse del bonus prima casa (1.780 euro all’anno per dieci anni) sul finanziamento di una garanzia completa a chi compri la sua prima abitazione.
Il bonus pubblico a fondo perduto resterà, in misura minore, a beneficio esclusivo di chi acquisti una casa bisognosa di profonde ristrutturazioni, ossia il cosiddetto riuso dell’immobile. La Regione mette in campo una dote finanziaria fra i 7 e i 10 milioni di euro per erogare contributi da 7mila euro. Per quanto riguarda invece gli appartamenti invenduti costruiti dalle imprese, la Regione conta di fornire una risposta adeguata attraverso la formula del Rent to buy, ossia la possibilità di assumere un alloggio in locazione per quattro anni con l’impegno della proprietà a vendere l’immobile alla fine del quadriennio, considerando come anticipo sulla compravendita una parte maggioritaria del denaro fino ad allora versato a titolo di affitto. Per chi cerca casa arriverà anche uno sportello ad hoc, gestito a livello territoriale dagli ambiti socio-assistenziali, in attesa della costituzione delle Unioni intercomunali, e rappresenteranno il punto d’incontro fra la domanda di casa di ciascuno, in base ad esigenze e capacità di reddito, e gli strumenti messi in campo ex novo dalla legge.
LE ULTIME MODIFICHE
Sulle garanzie è stato accolto, con la condivisione dell’assessore Mariagrazia Santoro, un emendamento di Roberto Revelant (AR) che pone l’accento sul fatto che la misura in questione, ovvero la garanzia, è finalizzata a sostenere i privati cittadini favorendo l’accesso al credito erogato da banche rivolto all’acquisizione in proprietà della prima casa o alla locazione, o – e qui la novità introdotta – alla realizzazione di interventi di recupero del patrimonio edilizio, di riqualificazione energetica degli edifici o di manutenzione finalizzati alla messa a norma di impianti tecnologici.
Quanto alle norme transitorie, l’articolo 50 è emendato dalla Giunta con la precisazione che, nelle more del trasferimento di funzioni alle Uti, le funzioni a esse attribuite in questo provvedimento sono esercitate congiuntamente dai Comuni compresi nel perimetro di competenza di ciascuna Uti.
LE RISORSE FINANZIARIE
La spesa complessivamente prevista è di 48 milioni di euro, suddivisi in 16 milioni per ciascuno degli anni dal 2016 al 2018. Nel dettaglio: 60mila euro per le finalità dell’Osservatorio regionale sulle politiche abitative; quanto alle misure di sostegno, sono 41 milioni e 820mila euro per assetto del territorio ed edilizia abitativa e per edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia economico popolare; e, ancora, 5 milioni e 940mila euro per diritti sociali e politiche sociali e famiglia, e interventi per il diritto alla casa. Altri 150mila euro sono riferiti al social housing e 30mila per il cooabitare sociale e le forme innovative del’abitare.
LE CRITICHE DELL’OPPOSIZIONE
“Non possiamo convergere su una legge che, di fatto, abroga la possibilità di sostenere l’acquisto di fabbricati esistenti e va nella direzione contraria al sostegno economico per il settore edilizio, in grave crisi e da troppo tempo, purtroppo vanamente, attende risposte da questo Governo regionale di sinistra”. È il commento del vicecapogruppo di Autonomia Responsabile in Consiglio regionale, Roberto Revelant, che è stato il referente del Gruppo nei lavori d’Aula relativamente alla legge sulla casa. “Con questa legge – aggiunge Revelant – il mondo dei privati che muove realmente l’economia in maniera diffusa rimane ancora una volta a bocca asciutta”.
Mi sembra poco l’entita del contributo per l’acquisto di una casa da ristrutturare considerati gli alti costi richiesti dalle Imprese.