Ulteriore proroga nelle indagini sul crac Coopca
Come alcuni ipotizzavano, la Procura della Repubblica di Udine ha richiesto una ulteriore proroga per le indagini preliminari sul crac Coopca il cui termine sarebbe scaduto il prossimo 16 febbraio. Si tratta della seconda richiesta di proroga dopo quella del luglio 2015. La legge prevede che ciascuna proroga può essere autorizzata dal giudice per un tempo non superiore a sei mesi. Non è detto comunque che tutto il periodo concesso debba essere utilizzato completamente, quindi la chiusura definitiva dell’indagine potrebbe arrivare anche molto prima della scadenza di questo nuovo lasso di tempo.
Ricordiamo che la magistratura friulana, tramite i Pm Tito e Calligaris, ha aperto un fascicolo dal 16 gennaio 2015 alla luce dei primi esposti-querela presentati dal legale dei Soci Prestatori. Ai reati inizialmente contestati agli 11 indagati (i membri del Cda e del collegio dei revisori), ovvero le ipotesi di false comunicazioni sociali ed esercizio abusivo del credito, si è poi aggiunta anche la bancarotta fraudolenta “evocata” ad aprile nelle conclusioni rese dai giudici del Tribunale di Udine all’atto dell’ammissione alla procedura di concordato e del respingimento dell’istanza di fallimento avanzata dalla Procura.
Negli ultimi mesi si sono aggiunti ulteriori mandati per l’esposto-querela contro i vertici ed il management di Coopca, la storica cooperativa carnica caduta a picco ed oggi in fase di liquidazione giudiziale. Vi riproponiamo l’intervista all’avvocato Gianberto Zilli, realizzata nel dicembre scorso, nella quale si spiegano i passaggi giudiziari previsti.
“Caduta a picco” non pare proprio. Se si fossero letti attentamente i bilanci almeno dell’ultimo decennio si rilevava come non ci sia mai stato un risultato operativo lordo positivo. I risultati sono stati spesso “addomesticati”, finchè era possibile, con la vendita di immobili di proprietà o contornati da altre componenti straordinarie. Ora son tutti a gridare allo scandalo e lo sport preferito è divenuto lo scaricare le colpe gli uni sugli altri. Io da parte mia ho ben chiaro di chi siano queste colpe e come mai siamo arrivati a questo punto.
L’unica cosa che mi sento di dire, ricordando le parole che diceva un tempo mia madre è: “bisugne lassa che las suris las ciapin i giats”
I padri fondatori si rivoltano nella tomba per quanto accaduto.