Alberghi Diffusi, investiti in 16 anni 50 milioni di euro
Gli effetti delle politiche regionali in materia di albergo diffuso (e di Bed and Breakfast) sono stati all’attenzione del Comitato per la valutazione e il controllo del Consiglio regionale, presieduto da Ilaria Dal Zovo (M5S), che ha incontrato i dirigenti della Giunta per un approfondimento. L’incontro era stato richiesto dopo i casi emersi lo scorso anno rispetto ai vari contributi elargiti e alle polemiche sulle incompatibilità dei consiglieri regionali Pd Enzo Marsilio ed Enio Agnola, all’epoca presidenti delle cooperative che gestiscono le strutture.
“L’albergo diffuso consente all’utente di essere ospite nelle case di paesi di montagna, con l’opportunità di condividere spazi, servizi, quotidianità dei residenti, interagendo con le persone del luogo e vivendo le specificità del territorio. E’ stato quindi ideato come strumento turistico in funzione dello sviluppo del territorio montano, non si è sovrapposto in alcun modo all’offerta alberghiera (alla quale si rivolge un pubblico diverso), ha permesso uno sviluppo del territorio montano soprattutto dove la cultura turistica era assente, ha consentito un significativo recupero immobiliare da destinare a questa finalità e ha prodotto occupazione diretta e indiretta”.
Nei due periodi di programmazione (2000-2006 e 2007-2013) sono stati investiti, tra pubblico e privato, 50 milioni di euro, attualmente non ci sono domande inevase; il risultato prodotto è stata una media sui 365 giorni di 113 persone al giorno sul territorio, dato determinato dal numero di presenze registrato nell’arco temporale 2009-2013 (207.034 presenze turistiche) rapportato a 5 anni (41.407 presenze annue).
“Uno strumento – è stato dichiarato – che può quindi essere valutato positivamente perché ha dimostrato di funzionare e ha creato occupazione in zone montane a rischio spopolamento. Per il futuro l’intenzione è di dare maggior sostegno alle strutture che saranno in grado di fare di più e più cose per la collettività. Si vorrebbe, in pratica, che le società di gestione diventassero società di sviluppo locale e anche da questo dipenderà il supporto della Regione”. Dopo gli approfondimenti del caso, il Comitato si è riservato una valutazione definitiva nella prossima seduta.