Montenars punta tutto sul Tartufo
Della presenza di tartufi tra i boschi della piccola Montenars, località abbarbicata nella pedemontana friulana, si era venuti a conoscenza già nei primi anni ’90 attraverso uno studio dell’Ersa che aveva censito l’intero territorio regionale. Ma oltre a qualche mappatura e alla raccolta amatoriale di alcuni paesani, mai si è pensato concretamente di sviluppare questa produzione in loco.
Ora l’amministrazione comunale guidata da Claudio Sandruvi ha deciso di riprendere in mano il progetto, forte del recente avvio del percorso di fusione con il comune di Gemona del Friuli. E per farsi “guidare” nel migliore dei modi ha avviato una collaborazione con la comunità umbra del folignate-spoletino, terra rinomata per quanto riguarda i pregiati tuberi, oltre che fortemente legata al gemonese per il legame intessuto nelle comuni vicende legate al terremoto.
“Il territorio di Montenars è indubbiamente vocato al tartufo – hanno confermato agronomi e tartufai umbri – ci si può trovare sia quello “nero” mesenterico sia soprattutto lo “scorzone” ovvero il tartufo estivo, grazie a terreni resi acidi dalla presenza dei castagni e alla presenza di asparagi selvatici e pungitopo, piante spia del tubero”. Per Montenars quindi non si parlerebbe di tartufaia “coltivata” ma bensì di tartufaia “controllata”, le tempistiche per una messa a regime della produzione di nicchia potrebbero variare dai 2 ai 4 anni, e l’obiettivo dell’amministrazione comunale è quello di creare una micro-economia che interessi sia il turismo, che l’allevamento di cani da tartufo, che la gastronomia.