Acque del Lago di Cavazzo di nuovo color caffelatte, per i Comitati è “una morte annunciata”
Anche durante le ultime piogge di maggio le acque del Lago di Cavazzo sono diventate color caffelatte a causa del pesante apporto limoso proveniente dal suo bacino montano. Una situazione che si ripete ad ogni pioggia in Carnia, da dove giungono con un reticolo di circa 80 km, dopo un lungo tragitto in galleria, che le raffredda ulteriormente.
“Non si può restare indifferenti a questa morte annunciata di un bene collettivo di grandissima importanza ambientale, paesaggistica e turistica, oltre che di grande impatto sul microclima della valle, un obbrobrio simile non sarebbe tollerato in un paese civile – si legge in una nota del Comitato per la difesa e valorizzazione del lago e del Comitato tutela acque del bacino Montano del Tagliamento -. Per salvare il lago è necessario che l’acqua scaricata in esso dalla centrale di Somplago venga tramite un bypass convogliata all’uscita del lago stesso. Solo così potrà ritornare allo stato naturale, fruibile e temperato, come è sempre stato fino agli anni ’50. Ciò permetterebbe il ripristino graduale della flora e fauna ittica originale. Solo a questo punto, a valle della sua uscita, il Consorzio Bonifica Pianura Friulana, potrà utilizzare una parte delle acque, salvaguardando la falda freatica, per scopi irrigui o di produzione idroelettrica”.
I Comitati si dicono fortemente delusi per alcuni aspetti del bando regionale per il concorso di idee, di cui hanno chiesto il ritiro, previsto dalla legge regionale e finalizzato alla rinaturazione del lago.
Contrarietà messe per iscritto al presidente della Regione Fedriga, alla sua Giunta e a tutti i consiglieri regionali; nella lettera si sottolinea che, al di là del titolo corretto della delibera, poi si passa a parlare di “mitigazione”, cosa ben diversa dalla necessità di “rinaturazione”.