Carnia Industrial Park presenta i suoi numeri agli imprenditori della montagna
Una realtà in costante crescita, con “numeri” che sono un riferimento non soltanto per l’Alto Friuli. È la fotografia del Carnia Industrial Park, che ha presentato la sua attività durante un recente incontro a Tarvisio con alcuni imprenditori della montagna.
Nelle aree industriali sono insediate, nel complesso, circa 170 aziende, con un trend di aumento tendenziale nell’ultimo triennio; il tasso di saturazione delle aree urbanizzate è pari al 96%, mentre quella degli spazi produttivi di proprietà del Consorzio è, in sostanza, del 100%. A offrire un quadro esaustivo del peso di questa realtà nell’economia regionale ci pensano i numeri: al 31 dicembre 2018 erano insediate 216 imprese. Queste realtà produttive possono contare, in totale, su 5.042 dipendenti; a fare la parte del leone è, ovviamente, l’area industriale di Tolmezzo con 2.364 lavoratori, seguita da Amaro (1.207), dagli “altri Comuni” (1.200 circa) e Villa Santina (271).
A certificare lo stato di salute del Carnia Industrial Park sono anche le performance economiche. Il bilancio 2018 si è chiuso con un valore della produzione di oltre 8 milioni di euro, con un incrementi del 20% rispetto all’anno precedente; i ricavi da locazioni di immobili sono stati pari a 2.305.000 euro (+13%), mentre quelli da cessione per la produzione di energia da fonti rinnovabili si sono attestati su 2.166.000 euro (+6%). L’ente pubblico economico ha un attivo patrimoniale di oltre 71 milioni di euro e immobilizzazioni pari a 64 milioni, che garantiscono solidità patrimoniale e finanziaria pluriennale. L’esercizio 2018 si è chiuso con un risultato ante imposte di 707.361 euro, per un incremento del 55% rispetto al bilancio 2017, proponendo all’approvazione dell’Assemblea il documento contabile con un utile netto, dopo le imposte, pari a 384.629 euro.
Grazie alla posizione strategica, le aree gestite dal Carnia Industrial Park si sono rivelate sempre più attraenti: nel 2017 si sono insediate ben 7 nuove imprese, mentre 15 aziende hanno provveduto a effettuare (o richiedere) ampliamenti di diverse dimensioni. Ne hanno parlato Danilo Farinelli, direttore del Carnia Industrial Park, Raffaele Fantelli, alla guida delle Kito Weissenfels a Fusine e Sara Savio di Modulblok. Raffaele Fantelli, un giovane attuale pioniere – si potrebbe dire – del fare impresa in montagna: alla guida della Kito Weissenfels ed in collegamento quasi ogni giorno con Tokyo, dove ha sede il colosso Kito. Questo a dimostrazione che fare impresa in montagna è possibile, a dispetto di quanto si possa pensare e lo dimostrano i fatti, anche se i costi umani ed economici del fare impresa in montagna sono enormi. I numeri della Kito Weissenfels, impegnata nella realizzazione di catene e accessori speciali, parlano da soli: 10 milioni e 200mila euro a fine marzo di quest’anno, una novantina di persone occupate. Un risultato ottenuto dal 2016, in pochissimo tempo.
Fantelli porta un esempio eclatante di successo, suffragato dai numeri di un’altra eccellenza friulana, con stabilimento produttivo proprio e sempre in montagna, la Modulblok, colosso dei magazzini industriali, da quasi 40 milioni di fatturato. E si produce, in quest’ultimo caso, ad Amaro, in quel baluardo produttivo che tanto appassiona il Carnia Industrial Park che, si è dato, una ‘nuova’ missione. Rendere, per quanto possibile, più facile il lavoro di imprese ed imprenditori costretti ogni giorno a lottare con le difficoltà logistiche, di reperimento del personale, in special modo altamente qualificato, di costi maggiori, in generale legate al fare impresa in montagna. “Eppure, ce la si può fare” afferma Sara Savio, della nota famiglia Savio, che ha fatto della Modulblok un punto di riferimento nazionale ed internazionale. “Siamo al servizio delle imprese in montagna” afferma Farinelli, con l’idea di creare un punto nevralgico di attrazione degli investimenti, che parta proprio dall’area montana.
(nella foto, da sinistra, Raffaele Fantelli, Sara Savio e Danilo Farinelli)