Omicidio Nadia Orlando, la Cassazione: “Il processo a Mazzega rimane a Trieste”
La Corte di Cassazione ha rigettato l’istanza di ‘legitima suspicione’ finalizzata a trasferire il processo fuori regione presentato nei mesi scorsi dalla difesa di Francesco Mazzega, l’uomo accusato dell’omicidio della giovane fidanzata Nadia Orlando, uccisa all’età di 21 anni la sera del 31 luglio 2017 a Vidulis di Dignano (Udine). Il processo di appello si celebrerà dunque in Corte d’Assise d’Appello a Trieste che ora dovrà fissare la data d’udienza. La decisione è stata presa oggi, dopo l’udienza discussa ieri nel corso della quale il Procuratore generale aveva chiesto la trascrizione integrale dell’inaugurazione dell’anno giudiziario nel corso della quale era stato fatto un cenno al caso Mazzega. In subordine, aveva chiesto il rigetto del ricorso. “Era doveroso in un caso come questo fare una verifica sulla legitima suspicione. Ne prendiamo atto”, commenta l’avvocato Federico Carnelutti, uno dei legali di Mazzega.
I familiari di Nadia Orlando, la giovane uccisa dal fidanzato la notte del 31 luglio 2017 a Vidulis di Dignano (Udine) hanno preso atto con soddisfazione della decisione della Suprema Corte e, a quasi due anni dal delitto, si augurano che ora la giustizia riprenda celermente a fare il suo corso. Lo riferisce in una nota il loro legale, avvocato Fabio Gasparini. “La volontà dell’omicida di trasferire il procedimento d’appello da Trieste ad altra sede per un asserito ‘clima ostile’ nei suoi confronti è parsa da subito come l’ennesimo tentativo di allungare i tempi del processo per sfruttare il più possibile il beneficio premiale degli arresti domiciliari – si legge nel documento – Diversamente non si spiega perché la richiesta sia stata depositata solo la settimana prima dell’udienza originariamente fissata avanti la Corte d’Assise d’Appello di Trieste per il 12 aprile 2019 costringendo così i Giudici a sospendere quel procedimento, a differire l’udienza e a riservarsi la fissazione della nuova data all’esito della decisione della Corte di Cassazione. La famiglia Orlando, chiusa ancora nel suo infinito dolore per la tragica morte di Nadia, auspica che l’omicida reo confesso – conclude la nota – smetta di fuggire dalle proprie responsabilità ed eviti ulteriori, inopportune, condotte dilatorie che non fanno altro che alimentare l’indicibile sofferenza a cui è ancora sottoposta”.