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Nuovi rapporti di lavoro in Fvg al -7,5% nel primo semestre 2019

Nel primo semestre del 2019 il numero di nuovi rapporti di lavoro dipendente attivati in Friuli Venezia Giulia nel settore privato (esclusa l’agricoltura) è diminuito del 7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (6.102 assunzioni in meno). Lo rileva il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato dati Inps. La significativa crescita delle nuove assunzioni a tempo indeterminato (1.350 in più, pari a +14,4%), spiega Russo, non ha compensato le forti flessioni dei rapporti a tempo determinato (-2.589, pari a -9,1%) e soprattutto in somministrazione (-5.982, oltre un quarto in meno). Risulta inoltre sostanzialmente stabile il ricorso al contratto di apprendistato (-0,9%) e si rileva un moderato incremento di quello intermittente (+2,7%, pari a +190 nuovi contratti), dal 2017 utilizzato come alternativa ai voucher. Anche il lavoro stagionale ha avuto un primo impulso nel 2017, quando le assunzioni sono passate da 6.815 a 8.252 (+21%). Il ricorso a questa tipologia contrattuale ha subito un ulteriore incremento nel primo semestre di quest’anno (+1.230 assunzioni, pari a +14,6%), anche perché non è soggetta alle restrizioni previste dal cosiddetto Decreto Dignità.

Gli effetti del Decreto Dignità

L’approvazione a luglio 2018 del Decreto Dignità ha infatti introdotto importanti modifiche nei contratti a tempo determinato, in particolare riducendone la durata massima (da 36 a 24 mesi) e il numero di proroghe possibili (da 5 a 4), aumentando il contributo addizionale previsto per ogni rinnovo e reintroducendo la causale (se il contratto supera i 12 mesi). La legge di conversione del Decreto ha poi previsto un regime transitorio fino al 31 ottobre, mentre dal 1 novembre 2018 in poi si applicano solamente le nuove regole. A partire dalla seconda metà dello scorso anno si possono pertanto osservare evidenti effetti sulle dinamiche dei contratti a termine e in somministrazione. In entrambi i casi si rileva un’interruzione della fase espansiva che era iniziata nel 2016. È anche vero che nei primi sei mesi del 2019 il numero di trasformazioni dei contratti a termine in tempi indeterminati è fortemente aumentato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+69,1%, era uno degli obiettivi del Decreto), ma si tratta del proseguimento di un trend già precedentemente in atto (nei primi sei mesi del 2018 l’incremento era stato pari a +65,7%). Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti in somministrazione, pur in deciso aumento, sono numericamente marginali (+162 unità nel primo semestre 2019 rispetto al periodo gennaio-giugno 2018). 

Per effetto delle novità normative che hanno riguardato il mercato del lavoro è dunque sensibilmente diminuito il ricorso delle imprese ai contratti a termine e in somministrazione, in evidente discontinuità con il passato, mentre è proseguita la crescita delle stabilizzazioni. Non bisogna infatti dimenticare, osserva Russo, che la forte espansione delle assunzioni a termine nel biennio 2016-2017 ha successivamente determinato un fisiologico incremento delle stabilizzazioni a tempo indeterminato, ulteriormente favorito dalle recenti novità normative e anche dagli incentivi rivolti ai giovani fino a 35 anni. Si può ricordare che nei primi sei mesi di quest’anno le assunzioni dei giovani under 35 che hanno beneficiato dei relativi sgravi contributivi sono state 591 su un totale di 10.753 nuovi rapporti a tempo indeterminato (5,5%), le trasformazioni 819 su 9.543 (8,6%).

Cresce la componente a tempo indeterminato

I rapporti di lavoro a tempo indeterminato avevano avuto un forte impulso nel 2015, grazie alla possibilità per le imprese di usufruire di consistenti sgravi contributivi; negli anni successivi questa notevole crescita è stata solo in parte intaccata. Nel 2018 e nei primi mesi del 2019 si è registrato un nuovo importante incremento e, se si considerano le variazioni nette dei contratti a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni di altre tipologie contrattuali meno le cessazioni), il saldo della prima parte di quest’anno risulta ampiamente positivo e pari a 7.500 unità in regione.

I motivi delle cessazioni dei rapporti a tempo indeterminato

Negli ultimi anni si può rilevare un netto aumento delle interruzioni dei contratti per dimissioni dei lavoratori, che riguardano quasi il 70% delle cessazioni dei rapporti a tempo indeterminato in regione. A seguire si trovano i licenziamenti di natura economica, in deciso calo nel tempo (erano pari a quasi 40% nel 2014, nel 2018 sono scesi sotto il 20% del totale), che comprendono quelli avvenuti per giustificato motivo oggettivo, licenziamento collettivo, per esodo incentivato, cambio appalto o interruzione di rapporti di lavoro nel settore edile per completamento dell’attività e chiusura di cantiere. Sono infine meno numerosi ma in aumento i licenziamenti di natura disciplinare, che includono quelli per giusta causa o giustificato motivo soggettivo: passati dal 2,5% del totale nel 2014 al 4,9% nei primi sei mesi del 2019.

In aumento le domande di disoccupazione

Nei primi sei mesi di quest’anno risultano in aumento anche le domande di prestazione NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), passate da circa 14.200 a quasi 14.700 in regione (+3,5% rispetto al +3,3% nazionale); si tratta di un ulteriore segnale di criticità proveniente dal mercato del lavoro. La NASpI è una prestazione erogata a favore dei lavoratori dipendenti che abbiano perso involontariamente l’occupazione. La NASpI riguarda tutti i lavoratori dipendenti ad eccezione degli operai agricoli (per i quali è prevista un’altra specifica tutela) e dei lavoratori a tempo indeterminato della pubblica amministrazione. 

Continua a diminuire la cassa integrazione 

Nei primi sette mesi del 2019, infine, il numero di ore di cassa integrazione guadagni autorizzate è diminuito del 45,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In particolare si sono dimezzati gli interventi straordinari (-55,2%); a livello territoriale la flessione più accentuata in termini relativi è stata quella della provincia di Trieste (-63,8%). I dati relativi alla fruizione delle integrazioni salariali negli ultimi anni sono influenzati dalle modifiche apportate alla fine del 2015. In particolare il d.lgs. 148/2015 (del 14 settembre 2015) ha introdotto importanti novità in materia di integrazioni salariali, in relazione alla durata dei trattamenti, all’ambito di applicazione e ai costi per le aziende.

 

Tab. 1 – Nuovi rapporti di lavoro attivati in FVG, 1° semestre 2018-2019

1 semestre 2018 1 semestre 2019 var.ass. var. %
A tempo indeterminato 9.403 10.753 1.350 14,4
Apprendistato 3.630 3.599 -31 -0,9
A termine 31.444 28.585 -2.859 -9,1
In somministrazione 21.811 15.829 -5.982 -27,4
Contratto intermittente 7.136 7.326 190 2,7
Stagionali 8.400 9.630 1.230 14,6
TOTALE 81.824 75.722 -6.102 -7,5

Fonte: elab. IRES FVG su dati Inps. Settore privato esclusa l’agricoltura

 

Tab. 2 – Cessazioni di rapporti di lavoro in FVG, 1 semestre 2018-2019

1 semestre 2018 1 semestre 2019 var.ass. var. %
A tempo indeterminato 13.913 14.073 160 1,2
Apprendistato 1.774 1.993 219 12,3
A termine 20.782 19.155 -1.627 -7,8
In somministrazione 18.264 13.186 -5.078 -27,8
Contratto intermittente 5.898 6.498 600 10,2
Stagionali 2.100 2.627 527 25,1
TOTALE 62.731 57.532 -5.199 -8,3

Fonte: elab. IRES FVG su dati Inps. Settore privato esclusa l’agricoltura

 

Tab. 3 – Variazioni nette dei contratti a tempo indeterminato in FVG, 2015-2019

2015 2016 2017 2018 1 semestre 2019 Totale 2015-1 sem. 2019
a) Assunzioni 29.770 17.455 15.492 18.486 10.753 91.956
b) Trasformazioni 14.221 10.591 8.551 14.665 10.820 58.848
c) Cessazioni 28.707 27.901 28.368 29.026 14.073 128.075
Variazioni nette (a+b-c) 15.284 145 -4.325 4.125 7.500 22.729

Fonte: elab. IRES FVG su dati Inps. Settore privato esclusa l’agricoltura

 

Tab. 4 – Cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato per motivo (%), 2014-2019

2014 2015 2016 2017 2018 1 sem. 2019
Dimissioni 47,2 53,7 56,7 63,6 66,6 68,2
Licenziamento di natura economica 39,9 30,7 29,7 23,8 20,3 19,2
Licenziamento di natura disciplinare 2,5 2,9 4,1 4,1 4,5 4,9
Risoluzione consensuale 2,2 2,6 2,1 2,0 1,9 1,7
Altre motivazioni 8,3 10,2 7,5 6,5 6,7 6,1
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: elab. IRES FVG su dati Inps. Settore privato extra agricolo

 

Tab. 5 – Distribuzione regionale delle domande di prestazione NASpI

1 sem. 2018 1 sem. 2019 var.ass. var. %
Piemonte 48.790 52.385 3.595 7,4
Valle d’Aosta 3.262 3.428 166 5,1
Liguria 17.355 17.153 202 -1,2
Lombardia 106.014 112.701 6.687 6,3
Trentino-Alto Adige 27.084 27.529 445 1,6
Veneto 53.787 57.860 4.073 7,6
Friuli Venezia Giulia 14.193 14.685 492 3,5
Emilia-Romagna 55.006 58.215 3.209 5,8
Toscana 44.086 45.527 1.441 3,3
Umbria 10.478 10.635 157 1,5
Marche 19.455 20.285 830 4,3
Lazio 67.334 70.009 2.675 4,0
Abruzzo 20.314 20.327 13 0,1
Molise 4.322 4.413 91 2,1
Campania 78.472 77.647 825 -1,1
Puglia 52.915 54.213 1.298 2,5
Basilicata 8.268 8.202 66 -0,8
Calabria 25.698 25.183 515 -2,0
Sicilia 65.153 65.554 401 0,6
Sardegna 24.039 24.383 344 1,4
ITALIA 746.025 770.334 24.309 3,3

Fonte: elab. IRES FVG su dati Inps

 

Tab. 6 – Ore di cassa integrazione autorizzate per tipologia di intervento, FVG gennaio-luglio 2018-2019

Gen-lug 2018 Gen-lug 2019 Var. Ass. Var. %
CIG Ordinaria 1.420.757 974.363 -446.394 -31,4
CIG Straordinaria 2.078.510 931.355 -1.147.155 -55,2
CIG Deroga 11.914 3.080 -8.834 -74,1
CIG Totale 3.511.181 1.908.798 -1.602.383 -45,6

Fonte: elaborazioni IRES FVG su dati Inps

 

Tab. 7 – Ore di cassa integrazione autorizzate per provincia, FVG gennaio-luglio 2018-2019

Gen-lug 2018 Gen-lug 2019 Var. Ass. Var. %
Pordenone 1.879.911 1.157.147 -722.764 -38,4
Udine 1.049.811 484.229 -565.582 -53,9
Trieste 349.580 126.430 -223.150 -63,8
Gorizia 231.879 140.992 -90.887 -39,2
FVG 3.511.181 1.908.798 -1.602.383 -45,6

Fonte: elaborazioni IRES FVG su dati Inps