Presentata a San Daniele la Casa Rifugio per donne maltrattate a indirizzo segreto
“Se avessimo pienamente abbracciato già 30 anni fa il modello della cultura dell’integrazione sociosanitaria, che ci suggerisce che certi fenomeni vanno prevenuti con una rete di assistenza territoriale in grado di coinvolgere tutti i soggetti interessati, dai servizi sociali, alle Aziende Sanitarie, al volontariato e alle Forze dell’Ordine, quante violenze avremmo potuto evitare?”.
Per il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla salute, Riccardo Riccardi, intervenuto alla presentazione della Casa Rifugio per donne maltrattate nella sala Santovito dell’ospedale di San Daniele del Friuli, lo spostamento dell’asse ospedale-centrico ha risvolti importanti anche nella prevenzione di atteggiamenti violenti in ambito familiare e nei successivi percorsi di assistenza.
“La salute è una cosa ben più grande della sanità – ha dichiarato Riccardi – perché ha un prima e un dopo. In casi come questi è fondamentale che abbia un prima, ovvero possa avvalersi di tutti i percorsi di prevenzione fatti di educazione, di formazione, di ascolto, di condivisione”. Tratti che caratterizzano il modello della presa in carico e che intervengono non solo su tematiche come queste ma in ogni ambito di quello che è il vasto concetto di salute.
L’apertura della nuova Casa Rifugio per donne maltrattate ad indirizzo segreto, che è dislocata all’interno del territorio dell’Aas 3, è parte del percorso avviato dalla Regione per il potenziamento della rete regionale antiviolenza che ha istituito nuovi centri antiviolenza e nuove case rifugio, garantendo così l’equilibrio territoriale della risposta: ad oggi, in Fvg sono infatti operativi 7 centri antiviolenza e 14 case rifugio. La rete territoriale comprende anche numerosi sportelli operativi in molti comuni della regione per dare risposta alle donne vittime di violenza in un primo contatto e nell’eventuale avvio di un percorso assistito dai servizi dedicati.
La Casa rifugio a indirizzo segreto è gestita in collaborazione con l’associazione Voce Donna di Pordenone ed è un’ulteriore risposta che rafforza il territorio della Ssc della Carnia, del Collinare, del Gemonese e del Medio Friuli.
Riccardi, rivolgendosi in particolare ai tanti amministratori locali presenti, ha ricordato che “è giusto difendere i servizi che riteniamo indispensabili per il nostro territorio ma lo sguardo di chi governa deve sempre andare oltre, guidato dalla consapevolezza che la salute è un concetto più grande di quello della sanità. Abbiamo davanti – ha concluso il vicegovernatore – uno sforzo culturale imponente, ma è quello che ci porterà ad assicurare una risposta precisa a precisi bisogni della popolazione e di ogni singola persona”.