Con “Int di Buje” la storia di una comunità attraverso le fotografie di Glauco Comoretto
Il ritratto non è solo la rappresentazione delle fattezze di una persona. È anche, e soprattutto, un racconto della sua storia, del suo vissuto. È scorgere tra le rughe o tra le espressioni del volto le gioie, le fatiche, le emozioni che è capace di trasmettere. Se, poi, quei volti sono tutti di una stessa comunità, il racconto si trasforma da individuale a collettivo. Racconta la storia di un intero paese. Una sorta di viaggio antropologico per parlare, attraverso le facce di chi ne fa parte, della storia di un intero territorio.
Si intitola “Int di Buje”, “Gente di Buja” ed è il racconto per immagini che il fotografo Glauco Comoretto ha deciso di esporre in una mostra che sarà inaugurata venerdì 20 settembre alle 18 al Museo della Medaglia a Monte di Buja (Ud). L’esposizione, il cui progetto è stato sposato dall’amministrazione comunale e dalla Pro Loco locale, si compone di 24 fotografie in bianco e nero.
«Abbiamo creduto fin da subito in questa iniziativa – commenta l’assessore comunale alla Cultura, Alberto Guerra – perché si tratta di un progetto che nasce e si sviluppa a Buja. Abbiamo quindi deciso – prosegue – di collaborare fattivamente collaborando con gli organizzatori e concedendo la sala museale. Spero – conclude – che la comunità apprezzerà questa idea che, come spiega lo stesso Comoretto, è un progetto in divenire e che, dunque, potrà svilupparsi ancora in futuro».
Ognuno dei volti ritratti ha una sua storia da narrare e tutte insieme raccontano il paese. Foto che parlano di persone comuni del centro del Friuli collinare, dal pensionato al medico condotto, dal gestore del bar al bidello. O, ancora, il ciclista Alessandro De Marchi, il “rosso di Buja”, come viene soprannominato, vincitore di ben tre tappe al Giro di Spagna, anche lui ritratto da Comoretto.
«La mostra – spiega l’artista bujese che è anche segretario dell’Associazione nazionale fotografi matrimonialisti e membro della statunitense Wedding Photojournalist Association – nasce come progetto in divenire, perché questi 24 ritratti sono solo una minima parte delle persone che compongono la comunità bujese e mi piacerebbe continuare nel tempo a raccontarla mediante i volti dei suoi abitanti».
Il numero degli scatti in esposizione, tutti in bianco e nero, cifra stilistica dell’autore, non è casuale. «Si tratta di un modo di collegarmi alla storia della fotografia – chiarisce Comoretto –, perché ricorda i rullini delle vecchie macchine fotografiche che potevano avere 12, 24 o 36 fotogrammi».
L’idea della mostra è nata quasi per caso. «Nel 2016 – ricorda l’autore – vidi passare per la strada una persona che conosco fin da quando ero bambino e spontaneamente mi venne il desiderio di fotografarlo. Gli andai incontro e gli chiesi se potevo fargli un ritratto. Da quel momento ho iniziato a fare questa domanda ad altri miei compaesani tutte le volte in cui mi sorgeva quel desiderio».
La mostra sarà aperta a ingresso libero fino al 3 novembre con i seguenti orari: sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Per informazioni e per consultare eventuali modifiche agli orari è possibile consultare il sito internet dell’amministrazione comunale o telefonare ai numeri 0432 960151 (7) interno 211 o, ancora, inviare una email all’indirizzo info@comune.buia.ud.it.