Dieci anni dopo resta sempre vivo il ricordo dell’alpinista Luca Vuerich
Il 22 gennaio 2010 l’alpinista tarvisiano Luca Vuerich fu travolto da una valanga mentre saliva una cascata di ghiaccio a Prisojinik, vicino a Kranjska Gora sul confine italo-sloveno. Morì qualche ora dopo all’ospedale di Udine, dove era stato portato in elicottero. Aveva solo 34 anni.
“Gli uomini che sognano di giorno, sono uomini pericolosi giacché ad essi è data la possibilità di vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che si avverino”: è in questa frase che gli amici di Luca Vuerich ancora oggi, a distanza di 10 anni, ritrovano la voglia di vivere, il sorriso e l’allegria di questo ragazzo che amava le Alpi Giulie, postando in particolare sul gruppo Facebook “Ciao Luca” ogni giorno messaggi non solo di ricordi e nostalgie, ma anche di progetti ed idee da condividere e portare avanti con lo stesso spirito con il quale Luca viveva.
Il suo curriculum alpinistico ha annoverato diverse e importanti imprese: a 17 anni aveva già salito tutte le vie di Comici, Cozzolino, Piussi e le vie più difficili delle Giulie, prime discese estreme con gli sci, come quella sulla parete sud del Jof di Montasio, prime salite invernali come quelle sulla difficile fessura Lomasti alla Cima del Vallone o la prima invernale in giornata dell’immensa Sanjski Ozebnik sul Tricorno. A cui si aggiungono una sessantina di prime salite su cascate di ghiaccio, alcune fino al grado 7-. Senza contare le ripetizioni di molte vie classiche sulle Alpi e sulle Dolomiti, ma anche la prima invernale sui 7 chilometri della “Cengia degli Dei”.
Nel 2003 nel tempo straordinario di 20 giorni insieme ai suoi compagni di avventura, Nives Meroi e Romano Bennet, riuscì a salire ben tre ottomila, le cime del Gasherbrum I (8035 mt.), Gasherbrum II (8068 mt.), Broad Peak (8046 mt.). Poi nel 2004 è la volta del Lhotse. Quindi nel 2008 del Manaslu (8163m). Il tutto sempre nel loro stile leggero, senza ossigeno e senza portatori d’alta quota.
Poi decise di diventare guida alpina perché aveva scelto di vivere di montagna e di far diventare la sua passione un lavoro.
L’Associazione Friuli Mandi Nepal Namastè nel mese di ottobre 2016 ha deciso di intitolare la Splendid Valley School in Nepal (la prima scuola costruita dall’Associazione in territorio nepalese) proprio a Luca Vuerich, che l’aveva visitata in una delle sue spedizioni, affinché il suo ricordo resti vivo e la sua passione per la montagna venga ancora raccontata e conosciuta.
Anche il bivacco “Luca Vuerich” collocato a 2531 metri in località Foronon del Buinz (Gruppo del Montasio, in comune di Chiusaforte), primo bivacco a livello regionale e nazionale realizzato da una stazione del Soccorso Alpino e Speleologico, fortemente voluto dal padre con il supporto del C.N.S.A.S. di Cave del Predil e dall’Associazione delle Guide Alpine del Friuli Venezia Giulia, fa assaporare ai suoi visitatori che dal 2012, anno della sua inaugurazione, sono stati più di mille, lo spirito e l’amore per la montagna vissuti da questo ragazzo nato e cresciuto ai piedi delle sue Alpi Giulie.