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Per la Cisl Fvg è difficile comprendere la decisione sulle aperture domenicali

Una decisione difficile da comprendere, quella di tenere aperti i negozi anche di domenica e che soprattutto mal si concilia con la necessità di sanificazione degli esercizi commerciali. Ad entrare nel tema è la Cisl Fvg con la Fisascat, alla vigilia delle riaperture festive dopo il lock down. “Quello che chiediamo – spiega per la categoria cislina, il segretario Adriano Giacomazzi – è di valutare in questa Fase 2, con una curva di contagio ancora incerta, non sia meglio pensare a una riapertura progressiva che escluda proprio le domeniche. O almeno ragionare su un’apertura festiva di mezza giornata, oppure su una rimodulazione dell’orario che preveda un’ora in più la sera ma la chiusura totale le domeniche”. Insomma, disponibilità da parte della Cisl a pensare a soluzioni alternative che tengano anche conto della necessità di igienizzazione e sanificazione dei locali commerciali: difficile, infatti, immaginare come possa essere soddisfatta con i negozi sempre aperti. “Le domeniche – spiega ancora Giacomazzi – potrebbero costituire la giornata dedicata proprio a questo, garantendo così la sicurezza dei lavoratori e dei consumatori”. “Confidiamo, dunque – aggiunge per la Cisl Fvg, il segretario Franco Colautti – di poter avere a strettissimo giro un confronto con l’assessore Bini su questo tema. Un confronto già slittato due volte, ma che ora si profila assolutamente indifferibile”.

Resta poi una considerazione su tutte. “Dal periodo di lockdown – commenta Giacomazzi – ci arriva anche una sorta di lezione di cui non possiamo non tenere conto. Si è infatti visto che, pur nelle restrizioni e con le prescrizioni da seguire anche per fare la spesa, la grande distribuzione ha registrato un boom nei fatturati. E questo con i supermercati chiusi la domenica e anche nelle festività di Pasqua e Pasquetta che quest’anno sono cadute proprio nel momento forse più difficile della pandemia. Questo per dire che, se proprio si vuole, ci si può organizzare diversamente anche nei tempi e nelle modalità della spesa e dello shopping. Anche quando magari non saremo più costretti a rimanere obbligatoriamente a casa. E quindi riteniamo che, in una ipotetica Fase 3, vada posto il tema: ma è proprio necessario tenere aperti i centri commerciali la domenica e nelle festività?”

“A nostro parere – conclude Giacomazzi – la competizione tra le imprese si dovrebbe giocare sulla proposta commerciale, sui prezzi e qualità, e sul servizio offerto alla clientela e non su chi tiene aperto di più. Il lockdown ha dimostrato che tutti chiusi nella stessa giornata si può fare, salvando la competizione tra imprese della grande distribuzione e assicurando il rispetto del riposo domenicale dei lavoratori. Ovviamente con una attenzione mirata alle località turistica dove le attività stagionali necessitano di regole diverse durante la stagione di ricezione dei clienti. Non saranno sicuramente i supermercati aperti la domenica ad attirare turisti nelle città d’arte che devono sviluppare la capacità di legame con il territorio per creare una filiera del turismo di qualità”.