In mostra a Prato Carnico le foto dei “senza terra” di Sebastião Salgado
Le straordinarie fotografie di «uno dei maestri del bianco e nero del nostro tempo» (definizione del quotidiano francese “Le Monde”), il fotoreporter brasiliano Sebastião Salgado, giungono di nuovo in Carnia (lo scorso autunno furono esposte a Tolmezzo) grazie alla mostra “Terra”, allestita dal 18 luglio al 2 agosto nel salone storico della Casa del Popolo di Prato Carnico.
L’esposizione è curata dall’associazione Gruppo ’89 (che la propone e custodisce per conto delle organizzazioni non governative “Frères des hommes Europe” e “Fundació pels drets col·lectius dels pobles”) e dall’associazione Amici di Osais, con il patrocinio del Comune di Prato Carnico.
La mostra verrà inaugurata sabato 18 luglio alle 17 all’Auditorium di Prato Carnico; sarà poi visitabile da lunedì a venerdì in orari 10-13 e 16-19, sabato e domenica dalle 10 alle 19.
Sebastião Salgado nasce nel 1944 a Aimorés, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. Figlio di un allevatore di bestiame, ha studiato Legge ed Economia a San Paolo. Vive a Parigi. Decide, in seguito ad una missione in Africa, di diventare fotografo. Salgado si occupa soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, consacrando mesi, se non addirittura anni, a sviluppare e approfondire tematiche di ampio respiro: “Mi sono sempre interessato di problemi sociali – le sue parole- . Ma ho iniziato a fotografare per caso. Poi la fotografia mi ha conquistato in maniera quasi brutale, direi esclusiva. Quello del reportage di denuncia sociale è un interesse da cui non riesco a sottrarmi”.
A titolo di esempio, possiamo citare i lunghi viaggi che, per sei anni, lo portano in America Latina per documentarsi sulla vita delle campagne. In particolare dal 1993 al 2000 Salgado lavora sul tema dei movimenti di popolazione nel mondo. A partire dal 1980 si occupa anche della questione della terra in Brasile. Da questo lavoro nascono il libro e la mostra “Terra”: di queste immagini Salgado ha concesso l’uso gratuito per favorire la raccolta di fondi a favore dei sem-terra. L’esodo di un popolo che lotta per un pugno di terra, lo sguardo adulto di una bambina che si disseta col fango, il pianto delle donne sui cadaveri dei loro uomini: vivi e morti, vincitori e vinti fermati in uno scatto che li accomuna nello stesso destino di eternità.
“Io non fotografo i miserabili. fotografo persone che hanno meno risorse, meno beni materiali. Ho visto spesso la miseria in paesi ricchissimi. Per me miserabile è quello che non fa più parte di una comunità, che è isolato e che ha perso la speranza. Ho incontrato molta gente affamata. Non erano miserabili perché appartenevano a una comunità, credevano in qualcosa. L’unico modo in cui le persone possono resistere, nella situazione difficile in cui si trovano è credere nella comunità”.
LA MOSTRA “TERRA”
L’obiettivo di Salgado conduce attraverso un viaggio intenso nella realtà del Brasile. Fa conoscere il lavoro quotidiano di milioni di contadini, gli effetti della concentrazione della proprietà terriera, l’esodo verso le città e la vita nelle favelas, i conflitti e la violenza attorno alla proprietà della terra, la lotta dei contadini senza terra per recuperare il bene perduto e, con esso, la dignità del lavoro.
Fotografando i Senza Terra del Brasile, Salgado è stato presente ad occupazioni, ha visto gli accampamenti sui bordi delle strade e insediamenti con un buon livello di produzione
Positivamente impressionato dalla organizzazione del movimento nel paese e dai buoni risultati economici e sociali nelle aree degli insediamenti, ha progettato la mostra cedendo all’MST (Movimento dei Sem Terra) i diritti d’autore delle foto. Nel 1996 nasce così l’idea del libro e della mostra “Terra” che diventano strumenti per finanziare la costruzione in Brasile di una scuola per la formazione del personale che lavora in agricoltura.