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Grande idroelettrico, incontri ad Alesso e Cavazzo

Sabato 25 luglio alle 18, nel centro sociale di Alesso di Trasaghis, si terrà un incontro pubblico sulla Proposta di Legge Regionale relativa al passaggio in proprietà alla Regione del grande idroelettrico, denominata “Disciplina delle modalità e delle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico in Friuli Venezia Giulia”, sottoscritta da consiglieri regionali Sergo, Dal Zovo, Liguori, Santoro, Bidoli, Capozzella, Centis, Conficoni, Honsell, Marsilio, Moretti, Moretuzzo e Ussai.

All’incontro, promosso dal Comitato Tutela acque del Bacino Montano del Tagliamento e dal Comitato per la salvezza del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, sono stati invitati i consiglieri firmatari della Proposta di Legge, il consigliere Luca Boschetti, l’assessore Barbara Zilli, i parlamentari Luca Sut, Renzo Tondo, Aurelia Bubisutti e Elena Lizzi, i sindaci di Trasaghis, Bordano, Cavazzo Carnico, Artegna, Forgaria nel Friuli, Gemona del Friuli, Montenars, Osoppo e Venzone.

Sullo stessa tema l’appuntamento di lunedì 27 luglio alle 18 nel tendone festeggiamenti di Cavazzo, invitati in questo caso, oltre ai parlamentari e agli esponenti regionali, i sindaci di Cavazzo stesso, Tolmezzo, Amaro e Verzegnis.

 

Riproponiamo il comunicato dello scorso 24 giugno relativo alla proposta di legge sul tema, presentata dai gruppi di opposizione in Consiglio regionale, su impulso del MoVimento 5 Stelle, ricordando che ieri l’assessore Fvg Scoccimarro ha parlato dell’argomento nel corso dell’incontro di Tolmezzo con i sindaci e gli amministratori della Carnia.

 

Una proposta di legge per far sì che la Regione Friuli Venezia Giulia possa gestire direttamente le concessioni per le grandi derivazioni di risorsa idrica a uso idroelettrico. È il documento presentato da parte di tutte le forze di opposizione in Consiglio regionale. “Una rivoluzione attesa da anni che, grazie al Decreto Semplificazioni e alla sua conversione nel febbraio del 2019, può diventare realtà” hanno affermato in una conferenza stampa i consiglieri regionali Cristian Sergo e Mauro Capozzella (MoVimento 5 Stelle), Nicola Conficoni (Pd), Massimo Moretuzzo e Gianpaolo Bidoli (Patto per l’Autonomia), Simona Liguori (Cittadini) e Furio Honsell (Open – Sinistra FVG).

“In questo anno e mezzo abbiamo atteso, invano, di vedere un disegno di legge da parte della Giunta regionale, atteso che la prima versione della legge nazionale prevedeva un termine ben preciso, il 31 marzo 2020, entro cui le Regioni avrebbero potuto e dovuto recepire quanto proposto dallo stato: essere padroni del destino delle proprie risorse idriche e soprattutto dello sfruttamento delle stesse. Il nostro interesse – hanno spiegato i proponenti – deve essere quello di prevedere una gestione oculata che non punti al mero profitto ma che tuteli il nostro ambiente, i nostri lavoratori, le nostre casse regionali”.

“Infatti, con la possibilità di essere la protagonista della concessione, la Regione non solo potrà stabilire le modalità con cui scegliere i nuovi concessionari, non solo potrà essere direttamente interessata alla gestione delle concessioni, ma potrà anche introitare i canoni previsti. Questa è una legge in primo luogo di giustizia. In questi ultimi anni gli accordi sulle concessioni non erano solo svantaggiose per i Comuni ma ancora di più per i lavoratori”, hanno aggiunto i consiglieri regionali.

L’intenzione dei proponenti è spronare la Giunta a concludere un lavoro che doveva essere completato entro il 31 marzo 2020 e che solo grazie alle modifiche apportate con il Decreto Cura Italia è stato prorogato al prossimo 31 ottobre. “Vogliamo il coinvolgimento di tutte le forze politiche visto che di questa vicenda, se non ci fossero state le interrogazioni presentate in aula dai consiglieri di opposizione, non se ne è mai parlato. A marzo l’assessore Scoccimarro, sollecitato dal consigliere pentastellato Mauro Capozzella, annunciava la presentazione di un ddl entro metà aprile ma al momento nulla è pervenuto”.

“Si tratta di una vera e propria rivoluzione per la nostra montagna, area maggiormente interessata dalle derivazioni e a cui andrebbero destinate le risorse dei canoni e parte dell’energia prodotta. Fondi e misure che potrebbero finanziare i servizi essenziali, lo sviluppo turistico e il rilancio del territorio. Attraverso la gestione diretta delle concessioni, si può garantire sviluppo e occupazione ma anche salvaguardia dell’ambiente, elementi fondamentali per il futuro del Friuli Venezia Giulia”.