CarniaTerritorio

Il sindaco di Socchieve: «Mazzolini ha l’abitudine di cercare visibilità gettando benzina sul fuoco»

“L’Amministrazione Comunale di Socchieve, da me presieduta, è stata un esempio nella fase emergenziale del COVID-19, di come gestire la comunicazione, tant’è che il nostro modello è stato preso come esempio, ricevendo attestati di compiacimento da parte di personalità politiche condividendo quanto stavamo facendo”.

Si pare così la nota del sindaco Coriglio Zanier dopo le polemiche di questi giorni dovute all’accusa di atti osceni in luogo pubblico nei confronti di un pakistano ospite in un struttura di accoglienza della frazione di Lungis e le conseguenti parole del vicepresidente del consiglio regionale Stefano Mazzolini.

Coriglio Zanier

“Siamo stati accusati di non aver divulgato, non si sa per quali ragioni, i particolari di un atto increscioso avvenuto alla fine del mese di agosto, commesso da un richiedente asilo politico ospitato dalla Caritas presso una struttura di proprietà della Parrocchia di Cervignano, ubicata in una nostra frazione – spiega Zanier -. Del gravissimo e deprecabile fatto accaduto, l’Amministrazione ne è venuta a conoscenza informale da una persona vicina alle parti interessate.  Immediatamente e con la dovuta riservatezza, necessaria a tutelare le persone coinvolte tra cui un minore, dopo aver consigliato i danneggiati a recarsi immediatamente alla stazione dei Carabinieri di Ampezzo per denunciare l’accaduto, l’Amministrazione si è prontamente attivata segnalando l’increscioso episodio direttamente ai referenti e coordinatori della Caritas, i quali hanno assicurato piena collaborazione non solo con questa Amministrazione, ma anche nei confronti delle forze dell’ordine per adottare tutti i provvedimenti necessari a reprimere l’accaduto”.

“In seguito alle indagini svolte, è stato arrestato e denunciato alla autorità giudiziana, in merito all’episodio accaduto, una persona di origini pakistane – prosegue il sindaco di Socchieve -. In considerazione di ciò, riteniamo quanto mai inopportune le dichiarazioni, rilasciate a mezzo stampa e diffuse tramite social network, di Stefano Mazzolini, il quale, per l’importante ruolo istituzionale rivestito, avrebbe dovuto accertarsi personalmente sulle dinamiche dei fatti realmente accaduti prima di darne pubblica comunicazione. Ancora una volta si denota come non ci sia, da parte sua, nessun rispetto né nei confronti di chi ha svolto le indagini, né tanto meno delle istituzioni del territorio”.

“Credo che in questo delicato momento chi si occupa di politica dovrebbe avere atteggiamenti nobili con lo scopo di unire e non dividere un territorio, dialogare con i sindaci, indipendentemente dal colore politico, per la gestione di questo fenomeno migratorio creando i presupposti affinchè ognuno faccia la sua parte – conclude Zanier -. Purtroppo, invece, anche in questo caso, ha prevalso la voglia di visibilità e l’abitudine a gettare benzina sul fuoco, creando ancora maggiore tensione in una comunità già fortemente provata”.