Sergo (M5S): «Silenzio da autorità e Cafc dopo la frana al depuratore di San Daniele»
“Sono circolate nella serata di ieri sui social media alcune immagini sconcertanti di una frana nel depuratore di San Daniele del Friuli, in località Villanova, oggetto di recenti lavori per quasi tre milioni di euro, come ebbero modo di apprezzare i vertici del Cafc, il sindaco Valent e il consigliere regionale Barberio in un sopralluogo all’impianto nel marzo 2019, a un anno dalla consegna dei lavori eseguiti”. Lo evidenzia il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo.
“Nella nota diramata a seguito di quel sopralluogo – rimarca Sergo – si disse che l’impianto garantiva ‘nessun impatto ambientale, modernissima sezione per la disinfezione finale, recupero dell’energia con risparmi notevoli, tecnologie ecologicamente sostenibili, telecontrollo e supervisione continua, oggetto di un sopralluogo per attestare i benefici a vantaggio della collettività e dell’ambiente’. La struttura, dove confluiscono sia i reflui urbani sia gli scarichi industriali derivanti dalla maggior parte dei prosciuttifici presenti, ha come percettore dei reflui il Fiume Tagliamento che tutti noi vorremmo tutelare”.
“Ora, a distanza di oltre dodici ore dalla pubblicazione delle foto ci chiediamo come mai nessuna delle autorità, né tantomeno il gestore, si sia mossa a dire una sola parola su quanto avvenuto – continua l’esponente M5S -. Dalle immagini si notano degli smottamenti di gran parte del terreno che circonda le vasche di depurazione, in alcune si notano anche liquidi sversati sui terreni, ma ovviamente, non potendo entrare nella proprietà del gestore Cafc, non possiamo sapere quali siano i danni provocati alle opere e all’ambiente a seguito di quella che pare essere a tutti gli effetti una frana, nonostante le indagini geotecniche sul sedime effettuate ed i calcoli strutturali eseguiti”.
“Ci chiediamo altresì quando sia successo il tutto e come mai si sia voluto tacere un evento tanto evidente quanto importante. Come spesso accade in questa Regione, se non si dice non è mai successo e quindi va tutto bene: più grave sarebbe se il telecontrollo e la supervisione continua ancora non abbiano informato la sala operativa di Udine, ma è un’ipotesi che ci sentiamo di scartare. L’unica certezza – conclude Sergo – è che, a giudicare dalle immagini, serviranno ulteriori soldi pubblici per sistemare quanto avvenuto, nella speranza che l’impianto continui a garantire il suo funzionamento e la depurazione delle acque e che, in presenza di errori, qualcuno se ne assuma le responsabilità”.