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Propensione a fare rete, le imprese Fvg al primo posto fra le regioni italiane

Crescono a doppia cifra, con il traino della provincia di Udine, le imprese del Friuli Venezia Giulia che “fanno rete” e collocano la regione al primo posto in Italia per propensione all’utilizzo di questa forma di aggregazione, collaborazione e crescita aziendale.

Al primo luglio 2020 in FVG sono 1.849 le imprese coinvolte in contratti di rete. Tra le due tipologie di rete esistenti, la rete-contratto con autonoma soggettività giuridica continua ad essere la più diffusa, impegnando 1.680 imprese, il 91% del totale, mentre le reti-soggetto interessano solo 169 imprese. Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Infocamere, il 52% delle imprese in rete hanno sede in provincia di Udine, il 26% in provincia di Pordenone, 12% Trieste e 10% Gorizia.

Il FVG è la regione italiana con la più alta propensione a fare rete (rapporto tra il numero delle imprese in rete e il totale delle imprese attive), con un tasso del 2,04%. Seguono Lazio (1,84%) e Valle d’Aosta (1,20%). La media nazionale si attesta solo allo 0,71%.

Con riferimento all’ultimo aggiornamento disponibile, il 3 settembre 2020, rispetto al 3 luglio 2019, le imprese che hanno stipulato un contratto di rete sono cresciute in FVG del 18,7%. Questo tasso di crescita del FVG è sul podio italiano perché inferiore solo a quello di Piemonte e Valle d’Aosta.

 “Questi dati – commenta Anna Mareschi Danieli (nella foto), presidente di Confindustria Udine – confermano che il FVG rimane una pedina fondamentale nel panorama italiano quale tessuto industriale flessibile e dinamico alle richieste del mercato. In Italia ci sono circa 25mila imprese medio-grandi (con più di 50 addetti), che producono circa la metà del valore aggiunto e danno occupazione a 6 milioni di lavoratori dipendenti. Poi ci sono circa 4milioni e 300mila piccole e micro imprese (con meno di 50 addetti), che impiegano 11 milioni di lavoratori e producono l’altra metà di valore aggiunto. Nel rapporto tra valore aggiunto e occupati, la produttività delle piccole imprese, in media, è circa la metà delle grandi. Non c’è alternativa: le piccole imprese devono essere competitive e la logica della rete è un metodo che in FVG funziona benissimo”.

“Il contratto di rete – prosegue la presidente di Confindustria Udine – rappresenta infatti una soluzione ottimale per le imprese che vogliono allargare la portata o l’ambito delle proprie attività senza perdere autonomia, centralità, storia e identità. Le reti sono lo strumento per operare da medio-grandi imprese mantenendo l’organizzazione della PMI. I motivi che spingono a costituire una rete sono da ricercarsi, in particolare, nell’opportunità di mettere a fattor comune le conoscenze dei singoli, favorire l’integrazione di filiera, favorire e potenziare la visibilità delle aziende retiste, presentare ai clienti un’offerta completa, contare su una maggiore capacità produttiva e innovativa”.

“Inoltre – conclude la presidente di Confindustria Udine – la natura privatistica del contratto di rete permette di ridurre le problematiche di natura gestionale e burocratica, rispondendo alle esigenze delle imprese di avere una conduzione della rete semplice e snella, senza sovrastrutture burocratiche che ne complichino l’operatività, dove i partecipanti decidono il tipo di governance da attribuire alla rete stessa. Per dare aiuto alle imprese che intendono intraprendere questo percorso, Confindustria Udine offre alle aziende supporto e consulenza, forte di competenze qualificate e di un’esperienza specifica maturata nel tempo, che ha dimostrato di dare buoni frutti. Abbiamo anche avviato un’interlocuzione con la Regione per fare in modo che questo strumento possa essere ulteriormente supportato”.


PROPENSIONE A FARE RETE, DATI REGIONALI IN PERCENTUALE

Elaborazione Ufficio Studi Confindustria Udine su dati Retimpresa e Infocamere