Quindici nuovi studenti delle scuole superiori di Tolmezzo scelgono di donare il sangue
Altri 15 nuovi studenti donatori si sono aggiunti alla lunga schiera dei giovani introdotti al dono del sangue, grazie alla collaborazione fra gli Istituti superiori del Centro Studi di Tolmezzo e l’Autoemoteca dell’Associazione Friulana Donatori Sangue.
L’ennesima donazione collettiva è stata organizzate a metà ottobre, nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19. Complessivamente sono state raccolte 19 donazioni, comprese quelle di due ragazzi accompagnati al primo dono presso il Centro trasfusionale dell’Ospedale carnico e di altri studenti che avevano già donato in precedenti occasioni.
In massima partei i nuovi donatori hanno deciso di iscriversi alle Sezioni Afds dei paesi d’origine, aderendo all’invito del referente zonale, Riccardo Carrera, che ha seguito tutte le operazioni insieme agli insegnanti Luigina Agostinis, in rappresentanza dell’Isis “Paschini-Linussio”, e Carlo De Caneva, per l’Isis “Solari”.
Alcuni degli studenti, coinvolti nella donazione di ottobre, hanno raccolto le proprie impressioni, interpretando i sentimenti di tutti i nuovi donatori del Centro Studi della Carnia.
«Donare sangue è un dovere civico, un gesto di solidarietà che ogni persona dovrebbe compiere per aiutare la Comunità in cui vive e non solo – dice Alessandra Perini del Liceo delle Scienze Umane –. Dopo il compimento dei 18 anni, è stata una delle prime cose a cui ho pensato, ma ho voluto aspettare il coinvolgimento da parte della scuola per poter rendere la prima volta più piacevole, avendo l’opportunità di poterla fare assieme ai miei coetanei. È andato tutto benissimo, zero dolore! Grazie per l’opportunità, ci vedremo sicuramente il prossimo anno».
Per Doriana Petris e Francesco Pepe del Liceo Classico dell’Isis “Paschini-Linussio”, «partecipare anche noi a quest’iniziativa l’abbiamo ritenuta un’ottima occasione per fare del bene al prossimo, e quindi in fondo di fare del bene anche a noi, perché l’atto del donare sicuramente arricchisce. Innumerevoli volte avevamo sentito parlare del dono come di un prezioso aiuto e tuttavia solamente quando abbiamo raggiunto la maggiore età, e quindi abbiamo scelto autonomamente di metterci in gioco e di donare, abbiamo capito cosa significhi realmente. Non è retorica – aggiungono i due studenti carnici – ma è una decisione che per noi è partita dal profondo del cuore, perché abbiamo sentito come un dovere la possibilità di aiutare il prossimo con un gesto in fondo molto semplice. Ovviamente i momenti prima della donazione sono stati contraddistinti da un po’ d’ansia per un’esperienza nuova, o più realisticamente per la sensazione un po’ temuta del trovarci un ago nel braccio! Questa ansia si è però subito affievolita grazie all’accoglienza degli operatori, che hanno tentato in ogni modo di metterci a nostro agio. La prima donazione – concludono Doriana Petris e Francesco Pepe – ci ha resi realmente consapevoli di aver contribuito nel nostro piccolo, ma in modo concreto, al bene di un’altra persona; si è creato in noi un sentimento di appagamento e di soddisfazione nel sentirci utili. La prima donazione è fatta, la paura superata ed è rimasta la soddisfazione! Sicuramente questa donazione è stata la prima, ma non sarà l’ultima».
«Donare il sangue è un gesto concreto di solidarietà – secondo Michelle Dereani del Liceo delle Scienze Umane –; equivale a donare una parte di sé e della propria energia vitale a chi sta soffrendo, qualcuno che ne ha un reale ed urgente bisogno. Significa quindi salvaguardare il grande dono della vita».
«Molti giovani e adulti possono provare sentimenti “forti” di ansia e tensione per l’atto del donare e per questo scelgono di rinunciare a compiere questo gesto. La mia esperienza di nuova donatrice – dichiara inoltre la studentessa del Centro Studi della Carnia – è stata particolarmente intensa: io odiavo andare a fare anche un semplice prelievo di sangue perché le mie emozioni prendevano il sopravvento e vivevo questi attivi con forte tensione. L’aver deciso di donare è derivato dal fatto che mi piace aiutare le persone, mi piace mettermi in gioco per superare anche la mia paura. Posso dire che la mia prima donazione è andata alla grande e ho provato una grandissima soddisfazione; alla fine mi girava solo un po’ la testa ma quando ho pensato al gesto che avevo compiuto, ho provato un senso di sollievo assieme a una forte carica di energia e vitalità. Non riuscivo a smettere di sorridere e il mio cuore si è riempito di gioia. Far parte della grande famiglia dei donatori di sangue è una bella soddisfazione».
Pandemia permettendo, l’Autoemoteca tornerà al Centro Studi di Tolmezzo anche nella prossima primavera.