Un centinaio di migranti rintracciati nella notte fra Gemona, Osoppo e Buja
Un centinaio di migranti, entrati illegalmente in Italia, presumibilmente dalla rotta balcanica, sono stati rintracciati la notte scorsa dalle forze dell’ordine tra l’autostrada A23, nei pressi del casello di Gemona, e la viabilità ordinaria nella zona tra Buja e Osoppo. Al 112 sono giunte svariate segnalazioni da parte di automobilisti in transito che avvertivano della pericolosa presenza di pedoni sull’autostrada.
L’arrivo della Polstrada e dei Carabinieri ha consentito di mettere in sicurezza lo scenario e di organizzare il trasferimento all’ex caserma Cavarzerani di Udine, dove gli stranieri – si tratta di cittadini bengalesi e pakistani – trascorreranno la quarantena anti-Covid, in attesa della valutazione delle loro istanze di richiedenti protezione internazionale.
Gli investigatori sono persuasi che i migranti siano stati fatti scendere da camion e furgoni nel cuore della notte: i passeur si sono dileguati.
BORDIN (Lega) “Il Governo, inflessibile sugli spostamenti degli italiani, chiude volentieri un occhio quando si tratta dei migranti che quotidianamente attraversano irregolarmente il confine, aggirando ogni tipo di controllo anche sanitario per poi spostarsi tranquillamente da un comune all’altro, mettendo così a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini del Friuli Venezia Giulia. Ci chiediamo ironicamente se il Governo abbia previsto per i migranti un modulo specifico di autocertificazione, ma ben sappiamo che questa regola vale solo per i nostri concittadini”.
Lo evidenzia in una nota il capogruppo della Lega, Mauro Bordin, esprimendo “forte preoccupazione per l’arrivo di ottanta migranti scaricati nella notte tra il casello autostradale di Gemona e Udine e che si aggiungono ai numerosi rintracci delle scorse settimane”.
“I cittadini, vincolati a spostarsi all’interno dei propri comuni di residenza, si sono dimostrati rispettosi delle regole imposte dal colore arancione con cui il Governo ha scelto di dipingere la nostra Regione. È paradossale – commenta l’esponente della Lega – come, da un lato si chieda ai cittadini e alle imprese un sacrificio che in questo momento eccede i dati oggettivi del territorio, e dall’altro il Governo non faccia nulla per controllare efficacemente i confini, consentendo l’ingresso indiscriminato di migranti che entrano in Fvg dopo aver attraversato molti paesi dei Balcani ad alto rischio sanitario”.
“Le Forze dell’Ordine e il personale sanitario che soccorrono i migranti e gestiscono il gravoso problema della collocazione, sono i più esposti al rischio contagio. È una situazione – aggiunge Bordin – che ci preoccupa particolarmente per le famiglie degli operatori coinvolti che hanno espresso il loro disagio in più occasioni”.
“In mezzo alla pandemia non possiamo accettare che il Governo giallorosso persegua una politica migratoria caratterizzata da cecità rispetto a una grande emergenza che si vuole derubricare. È necessario – conclude il leghista – intensificare la vigilanza anche nelle strutture che ospitano migranti per impedire uscite non autorizzate che espongono ulteriormente la popolazione a rischi sanitari”.
DA GIAU (PD) «La Lega, che continua a pensare di essere la cassa di risonanza del popolo, sta perdendo il senso della realtà. Il capogruppo Bordin, con un’ironia fuori luogo, insiste a parlare di migranti come untori, mentre purtroppo molte famiglie si trovano ad affrontare la tragica esperienza della gestione del covid, tra contagi, decessi, parenti chiusi nelle case di riposo o famigliari che operano nel sistema sanitario regionale. Se il partito che governa il Fvg vuole dimostrare vicinanza ai cittadini, smetta di usare ormai poco credibili specchietti per le allodole e si dia da fare per tutelare la loro salute».
Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Chiara Da Giau commentando le dichiarazioni del capogruppo della Lega, Mauro Bordin in merito al rintraccio di migranti scaricati nella scorsa notte sull’autostrada A23.
«Il rischio per le nostre comunità, oggi, è purtroppo rappresentato dai troppi nuovi positivi giornalieri per i quali non si riescono a ricostruire catena e origine del contagio, dalle troppe persone che non ricevono sufficiente assistenza a casa. E ancora dai troppi ospiti positivi delle case di riposo che non si possono più isolare dagli altri perché i posti nelle Rsa Covid sono finiti, dagli ospedali che quotidianamente vedono sospese le loro attività ordinarie per far posto ai pazienti Covid, mettendo a rischio tutti coloro che soffrono di altre patologie. In una situazione del genere responsabilità vorrebbe che si pensasse a salvare le persone, non il proprio consenso».