La FP Cgil Udine: «Gravi difficoltà nelle condizioni di lavoro all’Azienda Sanitaria Friuli Centrale»
La FP Cgil Udine ha inviato una lettera al direttore generale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale Massimo Braganti, al ministro della Salute Roberto Speranza e, per conoscenza, alla Procura di Udine, avente per oggetto l’emergenza Covid e le conseguenti gravi difficoltà nelle condizioni di lavoro del personale dell’Asu Fc, le ricadute sull’utenza e la necessità di urgenti e radicali interventi sulla sicurezza e sugli organici, definiti gravemente carenti.
Nella lettera viene evidenziata la difficile situazione in cui continua ad operare il personale aziendale. “Continuano infatti ad esserci numerose strutture in cui manca la possibilità di lavorare nelle condizioni di sicurezza previste dalla normativa in vigore e dagli Accordi Nazionali raggiunti con il Ministro della Salute per l’Emergenza Covid ed in cui la presenza di personale è assolutamente insufficiente rispetto alle necessità. E’ chiaro, altresì, che tutto ciò rischia di generare evidenti ricadute negative sui pazienti presenti in queste strutture”, scrive il Segretario generale Fp Cgil di Udine Andrea Traunero, che poi evidenzia le principali crititicità riscontrate, “con la piena disponibilità ad un confronto stringente e risolutivo”, precisa.
Ospedale di Udine:
– Carenza di personale che deve coprire turni nei reparti Covid lasciando il reparto di provenienza come meno operatori
– Nessun affiancamento per gli operatori spostati e nessuna formazione
– Reparti di medicina in sofferenza
– Sovraccarico del personale operante presso il pronto soccorso e la medicina d‘urgenza
Reparto Covid Ospedale di Palmanova:
– Carenza di dispositivi di protezione
– Mancanza di alcuni farmaci necessari
– Percorsi pulito/sporco non ben definiti
– Spogliatoi carenti e misti maschi/femmine
– Personale insufficiente e allo stremo delle forze
– Fasi in cui due soli operatori seguono una trentina di pazienti
Struttura Zaffiro di Via Umago Udine RSA Covid:
– Continua a mancare la presenza costante di un medico in struttura per tutti i problemi già evidenziati
– mancano ancora farmaci per la sedazione e l‘emergenza
– non vengono rispettati i protocolli come ad esempio l’identificazione del paziente che garantisce la protezione di pazienti e operatori
– l‘elevato turn over di personale che non permette la continuità di cura ponendo il personale in Struttura nelle condizioni di lavorare sempre con colleghi che non conoscono realtà e pazienti
– la zona vestizione/svestizione risulta spesso sporca e non adeguatamente areata
– la stanza infermieri che funge anche da deposito farmaci, presidi garantisce ricambio d’aria
– non vengono rispettate le 11 ore tra un turno e l‘altro visto i numerosi turni pomeriggio/mattina
Ospedale San Daniele:
– lentezza nella sistemazione degli spogliatoi in questa fase in cui la diffusione del contagio tra il Personale della ASUFC (dati in costante aumento), può essere ricondotta anche al contatto dei dipendenti negli spogliatoi dove mancano stipetti con scomparti sporco/pulito – una organizzazione del lavoro poco compliante alla gestione pazienti Covid-19
– Il percorso “pulito e sporco” rileva alcune criticità legate a carenze strutturali
Ospedale Tolmezzo:
– Carenza di personale e sovraccarico del Pronto soccorso e delle altre strutture del Presidio ospedaliero che porta a un aumento di ore straordinarie
– Percorsi “pulito sporco“ non sempre definiti con chiarezza
Dipartimento Prevenzione:
– il dipartimento di prevenzione nelle sue tre articolazioni aziendali è in estrema carenza di personale per il tracciamento e a breve non si vedono soluzioni.
Traunero ricorda inoltre che da dicembre 2018 a settembre 2020 i dipendenti sono scesi da 7382 a 7184 (-198); che le ore di straordinario nel 2019 sono state 215.251 e nel solo primo semestre 2020 si è già arrivati a 149.704, che il personale libero dal lavoro è stato richiamato a lavorare (per coprire vuoti in organico) 8939 volte nel corso dell’intero 2009 e 4733 nei primi sei mesi del 2020 (con una pandemia in atto).
“Vi chiediamo, pertanto, interventi risolutivi e urgentissimi per porre rimedio a questa situazione inaccettabile riservandoci ulteriori iniziative”, la conclusione della missiva.