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Collegi elettorali, Carnia e Tarvisiano con la Destra Tagliamento

Il Governo ha confermato la composizione dei nuovi collegi elettorali prevedendo, per la Camera dei deputati, tre collegi uninominali (Trieste-Gorizia, Udine, Pordenone che comprende l’alto Friuli) in Friuli-Venezia Giulia e uno unico per il Senato.

Per l’elezione della Camera dei deputati il territorio della regione Friuli-Venezia Giulia costituisce un’unica circoscrizione, cui sono assegnati, in base alla popolazione risultante dal censimento 2011, 8 seggi, di cui 3 attribuiti in collegi uninominali.

I 3 collegi costituiti nella circoscrizione sono così articolati:

il collegio n. 1 (Pordenone) aggrega il territorio dell’intera ex-provincia di Pordenone e tutta la zona settentrionale della ex-provincia di Udine, con Tolmezzo e Tarvisio come comuni maggiormente popolosi;
il collegio n. 2 (Udine) è costituito dal restante territorio della ex-provincia di Udine, che comprende il capoluogo;
il collegio n. 3. (Trieste) aggrega il territorio delle ex-province di Gorizia e di Trieste, ciascuna rappresenta rispettivamente il 62,4 e il 37,6 per cento della popolazione totale del collegio; in questo collegio è presente circa il 90 per cento della popolazione residente nei comuni abitati dalla minoranza linguistica slovena, secondo l’elenco di cui al D.P.R. 12 settembre 2007 (v. infra).

Si ricorda che la legge n. 38 del 2001, che reca disposizioni per la tutela della minoranza linguistica slovena, prevede, tra le norme di principio, che le leggi elettorali per le elezioni politiche dettano norme per favorire l’accesso alla rappresentanza di candidati appartenenti alla minoranza slovena (art. 26). Tale principio si esplicita nella normativa elettorale per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, nell’ambito dei principi di delega per la costituzione dei collegi uninominali e plurinominali.

In particolare, all’art. 3 della legge n. 165 del 2017 si prevede che nelle zone in cui siano presenti minoranze linguistiche riconosciute la delimitazione dei collegi deve tenere conto dell’esigenza di agevolare la loro inclusione nel minor numero possibile di collegi. Inoltre, a specifica tutela dei cittadini di lingua slovena, si stabilisce che nella regione Friuli – Venezia Giulia uno dei collegi uninominali debba essere costituito in modo da favorire l’accesso alla rappresentanza dei candidati che siano espressione della minoranza linguistica slovena (art. 3, L. 165/2017); si tratta di un criterio espressamente richiamato dalla delega di cui all’art. 3 della legge n. 51 del 2019 cui lo schema di decreto legislativo in esame dà attuazione. Al Senato tuttavia la regione costituisce un unico collegio uninominale quindi tale criterio di delega non può trovare attuazione. La Relazione illustrativa evidenzia, in proposito, che “al Senato tale principio trova una sua applicazione automatica, in quanto nella regione è costituito un unico collegio uninominale”.

Collegi plurinominali

Per attribuire i restanti 5 seggi della Camera con metodo proporzionale la circoscrizione è costituita in un unico collegio plurinominale.

Senato

Per l’elezione del Senato della Repubblica alla regione Friuli-Venezia Giulia, in base alla popolazione risultante dal censimento 2011, sono assegnati 4 seggi, uno dei quali attribuito nell’unico collegio uninominale costituito dall’intero territorio regionale e 3 nell’unico collegio plurinominale

IL PATTO PER L’AUTONOMIA

Ribadisce il suo sconcerto il presidente del Patto per l’Autonomia, Markus Maurmair, dopo la denuncia di qualche settimana fa alla notizia dell’approvazione preliminare della nuova composizione.

«Dopo la riduzione dei parlamentari, da 20 a 12, la rappresentanza del Friuli-Venezia Giulia riceve un altro duro colpo», afferma, sollecitando che «si corregga il sistema elettorale per garantire un minimo di pluralismo alle istanze territoriali, perché senza una clausola di salvaguardia delle minoranze linguistiche, allo stato attuale delle cose per i movimenti espressione del territorio regionale è negata la possibilità di una propria rappresentanza nell’assemblea legislativa statale, garantita in pratica soltanto ai rappresentanti dei partiti italiani», conclude Maurmair, auspicando che «i parlamentari friulani a Roma sappiano reagire a questa situazione difendendo gli interessi della minoranza friulana, come hanno fatto quelli sloveni a tutela della loro».