Covid, iniziata anche in FVG la campagna di vaccinazione
“Una giornata storica che ci auguriamo possa rappresentare l’avvio di un cambio di passo nella lotta al coronavirus nella nostra Regione”.
Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga a margine dell’avvio della campagna di vaccinazione iniziata questa mattina alle 9 nella sede della Protezione civile di Palmanova. Le dosi che verranno somministrate nell’arco della giornata sono arrivate verso le 8 circa. A sottoporsi alla prima vaccinazione, intorno alle 9, è stata la dottoressa Ariella Breda, che lo scorso 28 febbraio individuò il primo caso positivo in Friuli Venezia Giulia.
“L’auspicio – ha detto Fedriga – è che successivamente a questa giornata si possa procedere quanto prima all’avvio della vera e propria campagna vaccinale nella nostra regione. Prima arriveranno tutte le dosi programmate dal piano commissariale per questa prima fase e prima riusciremo a coprire quella fascia di popolazione composta da operatori sanitari e sociosanitari a cui si aggiungono gli ospiti e gli operatori delle case di riposo del Friuli Venezia Giulia. Dal canto nostro, noi siamo già pronti; ci auguriamo che venga confermata la scadenza indicata da Roma che prevede l’invio delle prossime dosi entro i primi giorni di gennaio”.
A tal proposito si aggiunge un’altra notizia che il governatore della Regione ha ricevuto nelle prime ore della mattinata di oggi dal Governo. “Il ministro della Salute Roberto Speranza – ha detto Fedriga – ci ha fatto sapere dei grandi passi in avanti compiuti dal vaccino messo a punto da Astra Zeneca. La notizia è importante perché questo tipo di farmaco non necessita della complessa catena del freddo esistente invece per quello di Pfizier e Moderna. L’augurio è che l’Agenzia europea e quella italiana del farmaco procedano velocemente all’approvazione di questo vaccino, perché ciò rappresenterebbe un cambio di passo nel processo di copertura della popolazione”.
Secondo le indicazioni giunte dalla struttura commissariale, nei primi giorni di gennaio dovrebbero arrivare in Friuli Venezia Giulia le 56 mila dosi destinate alle 28 mila persone del sistema sanitario regionale che si dovranno sottoporre al vaccino e al successivo richiamo entro 21 giorni. “Stando alle prime stime – ha aggiunto Fedriga – da fine febbraio si potrà partire con la seconda fase della vaccinazione, che prevede la somministrazione del farmaco alle persone più anziane per arrivare via via a coprire coloro che volontariamente si vorranno sottoporre all’inoculazione. Più persone si vaccineranno e più velocemente potremo arrivare all’immunità di gregge che ci permetterà di avere la meglio sul virus. Sottoporsi a questa operazione – ha concluso il governatore – non significa solo salvaguardare la propria salute e quella altrui ma vuol dire anche tornare quanto prima alla normalità, preservando così anche economia e lavoro”.
“Uno svolgimento delle operazioni di vaccinazione impeccabile, ordinato e programmato in piena sicurezza. D’altronde il lavoro sinergico tra le professionalità del sistema sanitario regionale e l’organizzazione della Protezione civile Fvg rappresenta una garanzia certa in termini di efficienza”.
Così il vicegovernatore con delega alla Salute e alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, ha sottolineato che “la partecipazione oggi di molti professionisti della sanità, fondamentali nella battaglia contro il virus, che si sono sottoposti alla vaccinazione, oltre a dimostrare l’affidabilità dell’antidoto, trasmette un chiaro segnale alla popolazione a fare altrettanto, senza timori, avendo piena fiducia nella scienza e nella ricerca”.
“Nel frattempo – ha spiegato il vicegovernatore -, in attesa che con le prossime forniture anche di altre aziende arrivi per ognuno il proprio turno, la raccomandazione per vincere questa battaglia è quella di osservare scrupolosamente le disposizioni che prevedono l’uso della mascherina, il distanziamento fisico e l’igiene delle mani. Dobbiamo farlo per rispetto nei confronti della nostra salute e di quella degli altri, in particolare delle persone più fragili, che costituiscono – ha concluso – la fascia di popolazione più vulnerabile al Covid”.