“Liberiamo il fiume Fella dalle speculazioni”, consegnata la petizione con quasi 1300 firme
Salvare il fiume Fella da “insensati progetti di sfruttamento”. È l’obiettivo della petizione popolare consegnata oggi al presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, da un Comitato spontaneo che ha già raccolto quasi 1300 firme. Il testo può contare su un vasto e trasversale sostegno politico.
I cittadini del Canal del Ferro e della Val Canale si oppongono al progetto della società Idroelettrica Fella srl, che intende realizzare una nuova cabina primaria. Si tratta – hanno spiegato i rappresentanti del Comitato Salviamo il Fella, ricevuti nella sede del Consiglio regionale in via Prefettura a Udine – di “un ulteriore impianto idroelettrico sul fiume Fella, con presa dell’acqua in località San Rocco e rilascio in località Braiduccis, nella frazione di Pietratagliata del Comune di Pontebba”.
Secondo i 1282 cittadini firmatari il progetto svelerebbe “la volontà di realizzare un sistema di centrali a catena per lo sfruttamento delle acque del Fella”. E l’energia idroelettrica finirebbe “lontano dai luoghi di produzione, senza possibilità di diventare vera ricchezza in termini di occupazione e sviluppo economico dei nostri disagiati territori di montagna”.
Il Comitato è convinto che gli imprenditori vogliano semplicemente “acquisire il profitto economico garantito dagli insensati incentivi statali per il cosiddetto mini idroelettrico”. E ricorda che le acque della montagna dell’Alto Friuli sono già state sfruttate fin troppo, dal momento che sono attivi 35 impianti idroelettrici “e ad essi vanno aggiunti 11 nuovi impianti per i quali il procedimento di autorizzazione è in corso”.
Nella petizione, il Comitato chiede alla Regione di confermare, di fronte al ricorso della società proponente al Tribunale superiore delle acque pubbliche di Roma, “il decreto del 12 agosto 2020 sulla decadenza dell’autorizzazione unica alla costruzione ed esercizio dell’impianto”, per arrivare alla “totale e definitiva bocciatura” della proposta. La prossima udienza è in programma mercoledì prossimo, 13 gennaio.
Sarà il consigliere Stefano Mazzolini (Lega), vicepresidente del Consiglio regionale, a presentare la mozione in Aula, e il testo è già stato firmato dai capigruppo Cristian Sergo (Movimento Cinque Stelle) e Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia). “Io sono contrario a prescindere a nuove centrali idroelettriche – ha spiegato Mazzolini – perché il nostro territorio non ne ha bisogno e deve piuttosto puntare sulla risorsa del turismo”.
“La petizione popolare – ha premesso il presidente del Cr Fvg, Zanin – è uno strumento prezioso che a volte viene sottovalutato: consente ai cittadini di far sentire in modo diretto la propria voce all’Assemblea regionale. Questa – ha aggiunto Zanin – è la quarta petizione sul tema della difesa della naturalità dei corsi d’acqua, a testimonianza di quanto sia sentita questa problematica”.
Il presidente dell’Aula ha poi auspicato una proposta di legge regionale sulle piccole derivazioni che si basi sul principio delle ricadute positive sul territorio e sulla salvaguardia del minimo deflusso vitale. Un tema, quest’ultimo, sottolineato in particolare da Franceschino Barazzutti, storico ambientalista, referente del Comitato di tutela acque del Tagliamento, presente anch’egli alla consegna della petizione. “Il Consiglio regionale faccia sentire la sua voce”, ha auspicato Barazzutti, che ha lodato “l’azione di Zanin per valorizzare il ruolo dell’Aula”. “Mi impegnerò in un’azione di moral suasion con la Giunta – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale – affinché nel contenzioso che riguarda il progetto sul Fella la Regione difenda con efficacia le ragioni del suo no alla proposta”.
Zanin ha infine ricordato che l’azione dell’ente regionale in questo campo incontra necessariamente dei limiti, in quanto l’ambiente è materia di competenza concorrente tra Stato e Regione. “Ed è una situazione che deve farci riflettere – ha concluso il presidente – perché le decisioni prese lontano da qui rischiano più facilmente di danneggiare il territorio”.