Il disegno di legge SviluppoImpresa presentato alle categorie economiche FVG
Il disegno di legge SviluppoImpresa, che i primi di febbraio verrà portato all’esame del Consiglio regionale, è stato presentato oggi in dettaglio ai rappresentanti delle categorie economiche regionali.
“Leggendo il testo vi riconoscerete in molti degli articoli che lo compongono perché sono il frutto della condivisione delle scelte e del contributo che nei mesi scorsi avete apportato alla scrittura della norma; un metodo di condivisione che ritengo imprescindibile per far fronte alla sfida più difficile e più ambiziosa che abbiamo davanti, ovvero far ripartire l’economia regionale dopo la più grave crisi mai registrata negli ultimi decenni”, è stato il commento dell’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini (nella foto) nell’introdurre l’illustrazione del ddl 123 “Disposizioni per la modernizzazione, la crescita e lo sviluppo sostenibile verso una nuova economia del Friuli Venezia Giulia”.
Secondo l’assessore SviluppoImpresa “è una norma anticipatrice di nuovi modelli, che rafforza alcuni cambiamenti necessari, in parte imposti ed accelerati dalla pandemia”.
La dotazione iniziale della legge ammonta a 51 milioni di euro di fondi regionali nel triennio 20-22 a cui andranno ad aggiungersi altre risorse, tra cui i fondi europei della Programmazione comunitaria, del React EU e New Generation EU della Strategia di specializzazione intelligente (S3).
“Il ddl – ha detto Bini – poggia su alcuni pilastri quali la necessità di modernizzare e accrescere le nostre imprese, la formazione di nuove professionalità, lo sviluppo sostenibile, la necessità di attrarre investimenti e imprese, il rafforzamento dell’internazionalizzazione, dei consorzi di sviluppo economico locale, la riforma dell’accesso al credito”.
Entrando nel dettaglio di alcuni provvedimenti relativi al commercio, Bini ha ricordato l’obiettivo di “ripopolare i centri storici e le aree degradate delle nostre città e dei nostri paesi”. Per questo sono previsti fondi per il sostegno ai privati che decideranno di riaprire le saracinesche o abbattere i canoni di locazione dei negozi sfitti nei centri città. Verranno individuati dei Distretti del commercio, ambiti territoriali definiti tra Enti locali, Regione, categorie economiche e privati che, attraverso un partenariato stabile, potranno accedere ad un Fondo commercio per lo sviluppo del distretto, che finanzierà, ad esempio, progetti di banda larga, pedonalizzazione, arredo urbano, a favore degli enti pubblici, oppure di e-commerce o innovazione servizi, a favore dei privati.
Un altro provvedimento riguarda i paesi fino a 3mila abitanti dove verrà dato sostegno ai negozi di vicinato.
Un’ampia parte della norma guarda all’obiettivo della digitalizzazione a partire da un rilancio del distretto delle tecnologie digitali Ditedi che secondo Bini “è stato sfruttato molto poco negli ultimi anni e va potenziato affiancandogli quelle eccellenze universitarie che possono dare molto all’innovazione digitale e alla cyber security”.
Un ulteriore attore della riforma sarà l’Agenzia Lavoro & SviluppoImpresa attraverso cui passerà la diffusione delle opportunità che Europa, Stato e Regione offrono alle imprese attraverso la creazione di nuovi servizi di informazione.
Un capitolo a sé occupano giovani e startup. Bini ha evidenziato come i giovani imprenditori delle rappresentanze di categorie siano stati coinvolti direttamente nel processo di stesura della norma ed ora siano stati inseriti in modo permanente nei tavoli di lavoro programmatici. A loro si devono i contributi alle norme sul potenziamento dei centri di co-working, con investimenti pubblico-privato, e al lancio di piattaforme di crowdfunding per le piccole aziende.
Nell’ambito turistico la principale novità riguarda la creazione del Fondo credito per il turismo e il provvedimento che consente ai proprietari di seconde case di ottenere un contributo fino a 20mila euro per ammodernare l’immobile e immetterlo nel mercato delle locazioni per vacanze attraverso le agenzie immobiliari. Viene quindi previsto il rilancio dell’albergo diffuso e l’introduzione di un voucher da 80 a 120 euro per chi pernotta almeno 3 giorni in un albergo del Friuli Venezia Giulia.
La norma contiene inoltre provvedimenti per la semplificazione e la sburocratizzazione, per le riconversioni industriali, la capitalizzazione e il rafforzamento dei patrimoni, nonché un’ampia riforma dell’accesso al credito.
È previsto l’accorpamento dei fondi di rotazione in un unico strumento e il rafforzamento del ricorso a operazioni quali mutuo a tasso agevolato, leasing, microcredito, credito a breve e medio termine, garanzie e prestiti partecipativi. “L’obiettivo è ridurre al minimo il costo del denaro per chi vuole fare impresa” ha rimarcato l’assessore. La novità principale in questo settore è l’apertura della gestione del credito al sistema bancario, tramite gara pubblica, superando l’attuale centralizzazione delle pratiche sull’istituto Mediocredito.
Il ddl punta inoltre al rafforzamento del ruolo di Friulia nelle operazioni di finanza innovativa, all’internazionalizzazione e all’attrazione di nuovi investimenti. A tal proposito sono previsti incentivi a fondo perduto per nuovi insediamenti con un investimento iniziale di almeno 7 milioni di euro, con un vincolo di destinazione di 7 anni, una filiera che attinga all’imprenditoria locale per almeno 3 anni e un piano di assunzioni di 10 unità nel primo anno e altre 20 nel triennio.
La Regione intende inoltre sostenere alcune filiere di elezione del territorio regionale quali acciaio, automotive, cantieristica, nautica a cui saranno affiancati provvedimenti specifici per potenziare la filiera del legno, dal bosco al mercato. Infine, ulteriori risorse a fondo perduto andranno ad incentivare l’economia circolare e l’efficientemente energetico. Un plauso all’impianto normativo è giunto da Giovanni Da Pozzo (Confcommercio), Michelangelo Agrusti (Confindustria Alto Adriatico), Anna Mareschi Danieli (Confindustria Udine), Graziano Tilatti (Confartigianato).