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Covid, la Slovenia inasprisce il regime ai suoi valichi di frontiera

La Slovenia ha deciso di inasprire il regime ai suoi valichi di frontiera, introducendo l’obbligo di presentare un test Pcr o rapido negativo al Covid pure per i lavoratori transfrontalieri in ingresso e per chi arriva nel Paese per motivi di studio o di ricerca. Lo riferisce la televisione pubblica TV Koper/Capodistria.

La decisione, presa mercoledì sera dal governo sloveno, prevede che i lavoratori transfrontalieri debbano essere in possesso di un test negativo valido sette giorni e lascino la Slovenia entro 14 ore dall’ingresso. Tampone obbligatorio anche per chi entra in Slovenia per prestare assistenza a familiari e anziani, per emergenze o manutenzioni di immobili, con un massimo di permanenza di 12 ore dall’ingresso e per chi si sottopone a prestazioni sanitarie in Slovenia, che dovrà tornare in patria non appena concluse le procedure, ha informato il tg.
Il decreto entra in vigore da oggi, si legge sul sito dell’ambasciata italiana in Slovenia.
Tra le eccezioni ancora previste, specifica un documento pubblicato dalla rappresentanza italiana a Lubiana, quelle riservate a chi si occupa di trasporti, ai minori di 13 anni con accompagnatore, alle persone in transito, che dovranno lasciare la Slovenia entro sei ore, ma anche ai proprietari e affittuari di terreni agricoli transfrontalieri o su entrambi i lati del confine, per svolgere attività agricole-forestali, rientrando a casa entro otto ore dall’ingresso.

“Siamo preoccupati per la decisione presa dalla vicina Slovenia di chiedere un tampone rapido negativo ogni settimana a chi attraversa il confine quotidianamente per lavoro o studio”.

Lo afferma l’assessore alle Politiche dell’immigrazione del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti.

“Nelle prossime ore il governatore Fedriga invierà una lettera sia al governo sloveno che a quello italiano intanto per ottenere subito un rinvio di questo provvedimento e successivamente – sottolinea Roberti – la totale esenzione per i transfrontalieri”.

“Se i Paesi limitrofi non faranno un passo indietro rispetto queste scelte, l’unico modo per tutelarci – afferma l’assessore – sarà quello di imporre il tampone anche a chi, provenendo da Slovenia e Austria, volesse entrare in Italia”.