Gli allevatori FVG: «Siamo considerati un’attività essenziale, ora vaccinateci»
Nel corso della prima ondata sono stati classificati tra le attività essenziali e in quanto tali non hanno mai smesso di lavorare, restando in prima linea, all’origine della filiera che ha portato sulle tavole delle famiglie chiuse in casa causa lockdown latte, carne e i loro derivati. Oggi chiedono di non essere dimenticati. «Gli allevatori hanno svolto e stanno svolgendo un ruolo di primo piano ma nessuno si cura di noi – dichiara il presidente dell’associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia, Renzo Livoni -. Ai ringraziamenti e alle belle parole credo sia arrivato il momento di far seguire i fatti. Su tutti uno: la vaccinazione». L’AAFVG chiede che gli allevatori vengano ricompresi nelle categorie prioritarie per l’inoculazione del vaccino anti Covid. «Attività come le nostre non possono permettersi stop» continua Livoni ricordando che la maggior parte delle stalle, in Fvg, conta su pochi dipendenti se non su gestioni familiari che rischiano, in caso di contagio, di andare in tilt. La positività di un membro della famiglia comporta infatti per i conviventi la quarantena preventiva in caso di negatività al tampone, viceversa l’isolamento, che scatta anche per i dipendenti che fossero stati a stretto contatto. Il rischio è che le aziende restino temporaneamente senza guida. «Con questa minaccia facciamo i conti da un anno – precisa il direttore dell’Associazione Allevatori Fvg, Andrea Lugo – abbiamo messo in atto tutte le cautele del caso, ma ora che la soluzione esiste chiediamo di essere presi in considerazione nell’ambito della campagna vaccinale: sia gli allevamenti che i tecnici in forze all’associazione allevatori, che in tutto questo periodo hanno continuato, in grande difficoltà, a frequentare le stalle per garantire tutti i controlli necessari. Un impegno che credo – conclude Lugo – meriti un riconoscimento concreto come appunto la vaccinazione».