In deciso aumento i reati ambientali in FVG
Il numero dei reati ambientali è in deciso aumento e il Friuli Venezia Giulia, per la sua posizione geografica, è particolarmente esposto a una serie di fenomeni di illegalità alimentati dalla vicinanza dei confini e dagli intensi scambi transfrontalieri.
È questo il quadro della situazione tracciato oggi da Sandro Cargnelutti, presidente regionale dell’associazione Legambiente, nel corso di un’audizione in videoconferenza all’Osservatorio antimafia del Friuli Venezia Giulia, riunito sotto la presidenza di Michele Penta (nella foto). Ed è proprio su questi temi che Legambiente ha chiesto all’Osservatorio di avviare un rapporto di collaborazione, che verrà formalizzato nelle prossime settimane.
“Nel 2019 – ha riferito Cargnelutti – sono aumentati del 35 per cento i reati ambientali segnalati alle forze dell’ordine. In particolare, sono raddoppiate le segnalazioni relative al ciclo del cemento e c’è stato un deciso incremento dei reati connessi al ciclo dei rifiuti. Del resto noi in Friuli Venezia Giulia ci troviamo in una situazione particolare: siamo vicini al confine e aperti alla rotta balcanica, sappiamo che esiste un commercio illegale di legname e di pneumatici, e che dal nostro territorio rifiuti vengono portati oltreconfine. Inoltre in prossimità dei confini esistono molti contenitori vuoti che possono fungere da deposito illegale per le varie tipologie di rifiuti”.
“Invierò al vostro Osservatorio – ha promesso il presidente di Legambiente Fvg – schede più specifiche sulla situazione a livello regionale, ma intanto vi propongo una collaborazione che ci aiuti a realizzare, nel prossimo rapporto Ecomafie del 2021, un focus specifico sulla rotta balcanica, che analizzi i flussi transfrontalieri connessi ai fenomeni malavitosi. Vorremmo anche fare il punto della situazione sulle illegalità ambientali radicate nella nostra regione”. Nell’aderire alla nuova collaborazione, il presidente Penta ha fatto sapere che nei prossimi giorni verranno predisposte le linee guida dell’accordo.
Nell’occasione, Legambiente ha annunciato anche un accordo con il dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Trieste, sempre in tema di reati ambientali. E anche su questo fronte verrà avviato un coordinamento con l’Osservatorio regionale antimafia, che già collabora a sua volta con gli Atenei di Trieste e Udine, in modo da evitare doppioni e lavorare su progetti distinti. La riunione ha visto anche gli interventi di Monica Catalfamo, Lorenzo Pillinini e Ruggero Buciol, membri dell’Osservatorio regionale antimafia. Il presidente Penta ha chiuso l’incontro parlando del nuovo Osservatorio regionale sulla sicurezza urbana istituito dal disegno di legge 125 in corso di approvazione da parte del Consiglio regionale. “Tra i campi di interesse del nuovo soggetto – ha ricordato Penta – c’è anche l’usura, che è un reato tipico della criminalità organizzata. Un emendamento presentato in Aula ha disposto una collaborazione tra noi e il nuovo soggetto, e io la ritengo utile anche relativamente ai bandi che distribuiscono contributi ai soggetti che si occupano di sicurezza”.