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Confcommercio Federmoda FVG chiede di aprire i negozi su appuntamento

Il gruppo Confcommercio Federmoda del Friuli Venezia Giulia plaude all’iniziativa di Federmoda nazionale che ha scritto al ministro dello Sviluppo economico Giorgetti denunciando, con il presidente Renato Borghi, «trattamenti discriminatori» nei confronti dei negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori, «uniche attività commerciali con i negozi di gioielli e mobili ad essere assoggettate a misure restrittive con la chiusura obbligatoria nelle fasce rosse».

Questo stato di cose «non permette programmazione e accresce le preoccupazioni per le imponenti rimanenze di magazzino di prodotti che, se non venduti nella stagione, sono soggetti a notevole deprezzamento. Gli indennizzi anche del Decreto Sostegni – aggiunge Borghi – sono stati troppo selettivi e le risorse necessarie per far fronte alle scadenze fiscali e contributive, con addetti, proprietari immobiliari, fornitori e utenze, sono veramente insufficienti».
Alle proposte nazionali – dalla riduzione della soglia minima di perdita dal 30% al 20% all’estensione del credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda, dalla proroga della sospensione di versamenti tributari e contributi all’immissione di liquidità garantita e senza merito creditizio con scadenza decennale – la presidente di Confcommercio Federmoda Fvg Antonella Popolizio, anche a nome dei presidenti provinciali di Gorizia Antonella Pacorig, Trieste Roberto Rosini e Udine Alessandro Tollon, aggiunge la sollecitazione a prevedere quanto prima possibile «aperture pure in zona rossa su appuntamento. Rinunciamo alla giornata del sabato, ma il governo deve comprendere la drammaticità del momento e consentirci, a negozi chiusi, la possibilità di ospitare il cliente, con una prenotazione della visita, dal lunedì al venerdì. Tutto il Nord Europa ha adottato questo sistema durante i lockdown. I risultati sono ottimi».